Educazione e didattica

Tra le finalità che identificano la Società Veneziana di Scienze Naturali una, sancita dallo Statuto, è la “diffusione delle scienze naturali ai vari livelli culturali, e in particolare a livello scolastico”.  A questa la Società ha dedicato, nel corso della sua storia, grande attenzione e impegno, istituendo la sezione disciplinare “Didattica” contraddistinta dal legame inscindibile tra ricerca e presenza attiva nel territorio. L’impegno educativo si è concretizzato negli anni sia in offerte rivolte ai diversi livelli scolastici che in esperienze aperte a tutti, senza limitazioni geografiche ma con una prevalente specificità veneziana che ha rispecchiato le peculiarità e la vulnerabilità degli ambienti lagunari, entroterra incluso, e litoranei.

Un elemento di forza è stato rappresentato, fin dagli inizi, dalla presenza del Museo di Storia Naturale, al cui rilancio, non solo nel campo educativo, la Società ha contribuito in modo intenso e qualificato, come esplicitamente richiesto nello statuto (il Museo afferiva allora all’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Venezia, che, in un’epoca in cui l’educazione ambientale era del tutto innovativa per l’Italia, aveva creduto nelle potenzialità espresse dalla Società fornendo risorse e sostegno istituzionale).
E’ in questo contesto che nel 1977 la neonata Società, recependo e rilanciando esperienze innovative condotte nel territorio da alcuni soci (in particolare le esperienze nella scuola a tempo pieno di Oriago e un’iniziativa promossa del Centro Internazionale per l’Educazione Artistica), ha istituito la Sezione Didattica e ha dato vita alle “Settimane Naturalistiche”: progetto questo, sorretto dal Comune di Venezia, che per primo si era caratterizzato per un superamento dell’episodicità, offrendo alle scuole elementari sequenze articolate di attività secondo un modello curricolare che includeva momenti introduttivi in classe seguiti da studio in ambiente e da riscontri al Museo, per concludersi con incontri in classe finalizzati alla prosecuzione autonoma delle attività da parte degli insegnanti.

Quell’esperienza si è rapidamente evoluta negli “Itinerari Naturalistici, parte degli “Itinerari Educativi” promossi e condotti dal Comune, nei quali lo sviluppo curricolare proposto alle scuole ha raggiunto un’articolazione triennale coinvolgendo a tappeto, per più lustri, le classi elementari e medie veneziane.
Gli “Itinerari” hanno rappresentato, per l’impegno didattico della Società, il culmine del successo e al tempo stesso l’epilogo di una fase. Assunti in proprio dal Comune, che aveva istituito allo scopo la Divisione Didattica del Museo Civico di Storia Naturale (poi divenuta Centro di Educazione Naturalistica Ambientale, mantenutosi fino al 2000), si sono affermati come attività istituzionale nella quale la Società non aveva più i ruoli di promozione, organizzazione e gestione, pur avendo continuato per molti anni a collaborare fornendo operatori qualificati.

Quel patrimonio di attività, di approfondimenti e di confronti con i docenti ha portato alla messa a punto di precise metodologie, che sviluppavano un percorso ciclico volto a far acquisire e maturare capacità cognitive partendo dall’esame degli organismi per giungere alla lettura dei  sistemi ambientali nelle loro strutture e dinamiche, naturali e storiche. Contestualmente erano state affinate specifiche tecniche didattiche (dalle attività di laboratorio fino ai criteri di scelta, organizzazione e conduzione dei percorsi in ambiente). Metodologie e tecniche didattiche poi esportate e confrontate in un dibattito allargato (importanti i rapporti col Movimento di Cooperazione Educativa, con l’istituto di psicologia dell’età evolutiva del C.N.R. di Roma e, da ultimo, col Consiglio Nazionale per l’Educazione Ambientale), contribuendo su scala nazionale alla crescita e alla diffusione qualificata dell’educazione ambientale.
Articolate sintesi di dette metodologie, connesse alle esperienze, sono sviluppate in alcune pubblicazioni  degli anni ’80 e ’90:

  • L. Bonometto, 1986, Analisi logica dell’ambiente naturale, in Le Scienze, la Matematica e il loro insegnamento, Le Monnier, Firenze, 97-114;
  • L. Bonometto, 1994, L’orizzonte del bambino e il ruolo dell’insegnante: riflessioni e proposte per l’educazione naturalistica e ambientale nella scuola materna, p. 21-41; Il bambino e l’esperienza nella scuola elementare: analisi, deduzioni e capacità di controllo nella conoscenze dell’ambiente naturale, p. 73-92;  L’educazione naturalistica-ambientale nella scuola media inferiore: conoscenza del ragazzo, condizioni di operatività e proposte di lavoro, p. 129-145, in: L’ambiente entra in classe, Regione Veneto – Azienda Regionale Foreste, a cura di M. Vita e F. Vianello).

A supporto dell’impegno didattico la Società ha attivato nel 1977 una linea di pubblicazioni specifiche, i “supplementi didattici” alla rivista “Lavori”, dedicata sia alla conoscenza con finalità educative degli ambienti locali, sia alle tecniche didattiche ed alle riflessioni sulle metodologie e sulle problematiche incontrate.

Quelle esperienze sono state possibili grazie all’impegno e alle intuizioni di persone che hanno fatto la storia della Società. Sotto la spinta e con l’assidua e attiva partecipazione del primo presidente, Paolo Cesari, sono state ideate e messe a punto da Lorenzo Bonometto (primo consigliere per la Didattica, successivamente direttore del Centro di Educazione Naturalistica Ambientale) col decisivo sostegno di un nutrito numero di soci in gran parte allora giovanissimi (tra questi Donatella Calzavara, Lorena Salviato, Massimo Orlandini, Michele Pellizzato, e, agli inizi, anche Paolo Canestrelli, allora entomologo e attuale direttore del Centro Previsioni e Segnalazioni Maree). A questi si è aggiunto l’apporto di figure “storiche”, come l’indimenticabile Silvano Canzoneri, attivo nel laboratorio, e di “grandi vecchi”, come lo storico lagunare Giovanni Zambon, che aveva sostenuto le nascenti esperienze quale direttore didattico per contribuire poi attivamente alla loro conduzione. Negli anni hanno assunto ruoli centrali anche altri soci, tra cui Giulio Etonti, Luca Mizzan (attuale Direttore del Museo) e Mauro Bon (oggi dirigente per la didattica museale).

La stagione avviata dalla Società Veneziana di Scienze Naturali con le “Settimane Naturalistiche” e proseguita negli “Itinerari Naturalistici” ha avuto un’ascesa, un apice e un declino. Una parabola ventennale la cui conclusione non ha però significato la fine: quella stagione infatti ha offerto una straordinaria palestra formativa ad una generazione di naturalisti veneziani, che a tutt’oggi ne esprimono in forme rinnovate la continuità. Basti ricordare l’attuale dirigenza scientifica del Museo di Storia Naturale, cresciuta fin dai tempi degli studi universitari in quelle esperienze, ed anche altre figure inseritesi nel solco finale quali Margherita Fusco (che dopo un percorso nella cooperativa Limosa cura oggi le attività didattiche del Museo di Storia Naturale) e Silvia Fant.

Dopo quella lunga stagione l’impegno didattico della Società si è mantenuto soprattutto grazie alla presenza tra i soci di numerosi docenti di scienze (tra questi Fabrizio Bizzarini, attuale vicepresidente della Società, Pino Gurnari, a lungo consigliere per la Didattica, e Paloa Setti, referente veneziano dell’A.N.I.S.N., oltre a Bruno Michelon, Francesco Garofalo, Bruno La Rocca, e l’indimenticato socio della prima ora Emilio Mazzariol). Da ciò anche alcune iniziative aperte a tutti condotte preso le scuole, come ad esempio il corso di “Invito all’entomologia” organizzato nel laboratorio si scienze del liceo mestrino Giordano Bruno.
Parallelamente alle attività rivolte alle scuole si è sempre mantenuto vivo l’impegno didattico-educativo concretizzatosi in cicli tematici di conferenze (tra i più recenti, un seminario e un originale ciclo dedicato alle ricorrenze darwiniane), in giornate di studio sui problemi naturalistico-ambientali prioritari nel territorio (tra gli ultimi i criteri per una possibile corretta gestione degli habitat lagunari, le aggressioni e le potenzialità residue degli ultimi sistemi di dune nel Veneziano, gli impatti dell’allevamento e pesca di vongole “filippine”), in programmi di visite nei diversi ambienti veneziani e veneti.  In queste attività la Società ha offerto ed offre supporto anche ad iniziative di altri soggetti; tra queste, da più anni, le visite di studio negli ambienti litoranei e lagunari promosse dai Consigli di Quartiere.

Forte di questa tradizione la Società ha ripreso, nell’ultimo biennio, alcune iniziative direttamente rivolte all’utenza scolastica. In collaborazione con l’associazione “Pleiadi” (attiva soprattutto nei campi della fisica e dell’astronomia) ha partecipato a corpose promozioni di “invito alla scienza” nella Riviera del Brenta, curandone gli aspetti naturalistici. E’ stata questa l’occasione per riavviare, in forme rinnovate, un impegno e un patrimonio di esperienze latente da anni, con l’apporto di soci di lunga esperienza (Bruno La Rocca, Lorenzo MunariIvano Niero) ma anche rilanciando la formazione di nuove leve (Davide Pettenò).
In questa operazione la messa a punto di specifici materiali didattici ha rinnovato una delle linee di attività che aveva qualificato i primi anni: l’offerta di materiali tematici organizzati, agili e di alta qualità, con cui raggiungere e stimolare nel territorio la comunità più attenta, scolastica e non.  Questi materiali itineranti, particolarmente curati nella presentazione da Alice Toso, rilanciano l’attenzione che la Società ha sempre dedicato all’attivazione delle capacità di osservazione e analisi, premesse per giungere ad un rapporto interpretativo e propositivo nei confronti della realtà naturale.