Braggitrapezia alessandroi nov. gen, nov.
sp. (Crustacea, Decapoda, Trapezioidea)
dell’Eocene dei Monti Lessini orientali
(Vestenanova, Verona, Italia nordorientale)

Attività SVSNScienze della terraBraggitrapezia alessandroi nov. gen, nov.sp. (Crustacea, Decapoda, Trapezioidea)dell’Eocene dei Monti Lessini orientali(Vestenanova,...

Riassunto

Viene descritto Braggitrapezia alessandroi nov. gen, nov. sp. (Crustacea, Decapoda, Trapezioidea) dell’Eocene inferiore (Ypresiano) di cava “Braggi” di Vestenanova (Verona, Italia nordorientale).

L’esemplare studiato è stato rinvenuto in litologie calcaree associato ad alghe coralline, coralli e crostacei decapodi.

Abstract

Braggitrapezia alessandroi nov. gen, nov. sp. (Crustacea, Decapoda, Trapezioidea) from the Eocene of Eastern Lessini Mounths (Vestenanova, Verona, northeastern Italy).

Braggitrapezia alessandroi nov. gen, nov. sp. (Crustacea, Decapoda, Trapezioidea) from the early Eocene (Ypresian) of the “Braggi” quarry of Vestenanova (Verona, northeastern Italy) is described. The studied specimen has been recovered in the limestone associated to coral-algae, corals and decapod crustaceans.

Introduzione

I crostacei cenozoici del Veneto sono stati oggetto, fin dai secoli scorsi, di studi da parte di numerosi studiosi italiani e stranieri. Il primo catalogo delle specie del territorio vicentino e le correlazioni con le altre forme venete è stato fornito da Fabiani (1910) e successivamente aggiornato da De Angeli & Beschin (2001), De Angeli & Garassino (2006) e De Angeli et al. (2019).

La superfamiglia Trapezioidea Miers, 1886 è rappresentata da piccoli granchi che vivono in simbiosi ai coralli. Piuttosto frequenti nell’area Indo-Pacifica, risultano invece poco rappresentati da ritrovamenti fossili. Recenti studi sui decapodi eocenici ed oligocenici di ambiente corallino dell’area berico-lessinea hanno contribuito alla scoperta di alcune specie di Domecidae, Tetraliidae e Trapeziidae già note per altri giacimenti europei e/o nuove per il territorio veneto attribuite ai generi: Archaeotetra Schweitzer, 2005, Cherusius Low & Ng, 2012, Eomaldivia Müller & Collins, 1991, Eurotetralia De Angeli & Ceccon, 2013, Montemagralia De Angeli & Ceccon, 2016, Palmyria Galil & Takeda, 1986, Paratetralia Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2007, Proticalia De Angeli & Ceccon, 2017, Scutata Beschin, Busulini & Tessier, 2016 e Tetralia Dana, 1851. Un numero consistente di generi rispetto alle scarse testimonianze fossili in ambito europeo, che sono per lo più state riscontrate nei depositi eocenici e miocenici dell’Ungheria, Austria e Polonia (Müller, 1984, 1996, 1998; Müller & Collins, 1991). La presente nota descrive un nuovo genere proveniente dai livelli eocenici dei Monti Lessini veronesi.

Cenni geopaleontologici

L’esemplare oggetto di questa nota proviene dalla cava “Braggi” di Vestenanova (Verona) (Fig. 1). La cava aperta per l’estrazione di materiali inerti per l’edilizia, ha una sezione stratigrafica rappresentata inferiormente da calcari nummulitici biancastri, cui seguono bancate calcarenitiche intercalate da materiali vulcanodetritici dell’Eocene inferiore. Sulla parte meridionale della cava, al di sopra dei calcari nummulitici è presente una bioherma ad alghe coralline, coralli e resti di crostacei. La geologia e stratigrafia dei Monti Lessini orientali è rappresentata da rocce di età compresa tra il Cretaceo e l’Eocene ed è stata indagata da vari autori (Fabiani, 1915; De Zanche, 1965; Piccoli, 1966; Beschin et al., 1991, 2015; Barbieri & Zampieri, 1992; Ungaro, 2001). Durante l’Eocene inferiore e medio l’area è stata interessata dal “graben dell’Alpone-Chiampo”, una fossa tettonica nella quale si sono riversati i prodotti dell’intensa attività vulcanica locale che si alternarono durante i momenti di quiete eruttiva ai sedimenti calcarenitici marini (Barbieri & Zampieri,1992; Beccaro, 2003). La biocostruzione di cava “Braggi” è stata indagata da Beschin et al. (2015); gli autori hanno raccolto e descritto 40 specie di crostacei anomuri e brachiuri. Da questo deposito proviene anche Braggilambrus tani De Angeli & Caporiondo, 2016 e il carapace oggetto di questa nota.

Fig. 1. Piantina schematica dei Monti Lessini orientali con indicazione dei livelli eocenici (in giallo) e della cava “Braggi” di Vestenanova () / Schematic map of the Eastern Lessini Mountains with indication of the Eocene levels (in yellow) and of the “Braggi” quarry of Vestenanova.

Parte sistematica

L’esemplare esaminato è depositato presso il Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (Vicenza) (MCV). Per l’inquadramento sistematico si è seguita la classificazione proposta da Schweitzer et al. (2010).

Ordine Decapoda Latreille, 1802

Infraordine Brachyura Latreille, 1802

Sezione Eubrachyura de Saint Laurent, 1980

Sottosezione Heterotremata Guinot, 1977

Superfamiglia Trapezioidea Miers, 1886

Famiglia Trapeziidae Miers, 1886

Genere: Braggitrapezia nov. gen.

Specie tipo: Braggitrapezia alessandroi nov. sp.

Origine del nome: dall’insieme di “Braggi”, nome della cava da cui proviene

l’esemplare studiato e Trapezia, genere con cui presenta alcune affinità.

Diagnosi: come la specie tipo.

Diagnosis: as for the type species.

Discussione

I Trapezioidea Miers, 1886 sono rappresentati da granchi di piccole dimensioni che vivono in simbiosi con alcune specie di corallo e sono distinti nelle tre famiglie: Domeciidae Ortmann, 1893, Tetraliidae Castro, Ng & Ahyong, 2004 e Trapeziidae Miers, 1886 (quest’ultima con le tre sottofamiglie: Calocarcininae Števčić, 2005, Quadrellinae Števčić, 2005 e Trapeziinae). Le caratteristiche morfologiche delle specie viventi sono state trattate da Castro (1997, 2009), Castro et al. (2004), Števčić (2005), Karasawa & Schweitzer (2006), Lai et al. (2009), Davie et al. (2015), mentre le specie fossili sono state considerate da Schweitzer (2005) e Schweitzer et al. (2010). L’esemplare esaminato presenta la forma del carapace attribuibile alla famiglia Trapeziidae Miers, 1886 che accoglie granchi con carapace trapezoidale, esagonale, ottagonale o trasversalmente ovale, con porzione anteriore arrotondata o subrettangolare, margini posterolaterali gradualmente convergenti posteriormente, margine posteriore più stretto del margine frontale, margine frontale diritto, quasi diritto o tipicamente con quattro lobi o larghi denti, superficie dorsale relativamente piatta (convessa in Sphenomerides), liscia, levigata o granulata; regioni dorsali non definite (Davie et al., 2015). Il carapace di cava “Braggi” presenta affinità con i rappresentanti del genere Trapezia Berthold, 1827 che hanno quattro lobi frontali, tuttavia, essi sono caratterizzati dal carapace più piatto e margini anterolaterali poco divergenti e con una sola spina sull’angolo anterolaterale.

Fig. 2. Braggitrapezia alessandroi nov. gen., nov. sp., es. MCV 19/04, olotipo, 1a) visione dorsale. 1b) visione laterale. 1c) visione frontale. 1d) ricostruzione del carapace. / holotype, 1a) dorsal view. 1b) lateral view. 1c) frontal view. 1d) dorsal reconstruction (Scala metrica / Scale bar = 3 mm).

Braggitrapezia alessandroi nov. sp.
Fig. 2

Olotipo: esemplare MCV 19/04, raffigurato in fig. 2.

Località: Cava “Braggi” di Vestenanova, Verona.

Livello tipo: Eocene inferiore (Ypresiano).

Origine del nome: dedicato ad Alessandro Caporiondo (10-1938 / 12-2018) recentemente scomparso, padre di uno degli autori.

Materiale e dimensioni: il solo olotipo (MCV 19/04) conservato in matrice calcarenitica (larghezza del carapace: 6,0 mm; larghezza orbito-frontale: 5,4 mm; larghezza della fronte: 3,2 mm; lunghezza del carapace: 4,5 mm).

Diagnosi

Carapace trapezoidale, più largo che lungo, convesso longitudinalmente, soprattutto nella parte anteriore; margine orbito-frontale largo; margine frontale con quattro lobi; orbite semicircolari, posizionate sugli angoli del margine anteriore del carapace, scavate assialmente e leggermente in rilievo; margini anterolaterali poco divergenti con tre spine; margini posterolaterali lunghi e convergenti; margine posteriore corto; regioni dorsali non definite; superficie liscia.

Diagnosis

Trapezoidal carapace, wider than long; convex superficially, especially in the anterior part; orbito-frontal margin wide; frontal margin with four lobes, orbits semicircular, located on edges of anterior border of carapace most deeply excavated axially, weakly rimmed; anterolateral margins slightly divergent with three spines; posterolateral margins long and convergent; posterior margin short; dorsal regions not defined; smooth surface.

Descrizione

Carapace di contorno trapezoidale, più largo che lungo (lunghezza del carapace / larghezza del carapace = 0, 75), convesso longitudinalmente, soprattutto nella parte anteriore. Il margine orbito-frontale occupa l’intera parte anteriore del carapace (larghezza del margine orbito-frontale / larghezza del carapace = 0, 90). La fronte è inclinata verso il basso e porta quattro lobi arrotondati poco estesi, due mediani e uno su ogni angolo orbitale interno. Le orbite sono ampie, semicircolari, posizionate sugli angoli del margine anteriore del carapace; il margine sopraorbitale è concavo, scavato assialmente e leggermente in rilievo. I margini anterolaterali sono dapprima leggermente divergenti e successivamente poco convessi, quasi paralleli tra loro e caratterizzati da tre spine poco estese (esclusa la spina extraorbitale). I margini posterolaterali sono più lunghi dei precedenti, diritti e convergenti posteriormente. Il margine posteriore è quasi diritto, più stretto della fronte e occupa circa un quarto della massima ampiezza del carapace. Le regioni non sono definite, la superficie dorsale è liscia. Le altre parti del corpo non sono conservate.

Osservazioni

Braggitrapezia nov. gen., possiede il carapace trapezoidale, orbite sviluppate negli angoli anteriori del carapace, margini anterolaterali poco divergenti e provvisti di spine e margine posteriore più stretto del margine frontale come molti trapezidi noti. Braggitrapezia nov. gen., presenta evidenti affinità solamente con il genere Trapezia Berthold, 1827 che include specie con quattro lobi frontali.

Tuttavia, Trapezia è caratterizzato dal carapace più piatto, margini anterolaterali poco divergenti e con una sola spina sull’angolo anterolaterale. Braggitrapezia nov. gen. è ben distinto dagli altri trapezidi noti per il carapace più largo che lungo, superfice convessa soprattutto nella parte anteriore, fronte con quattro lobi, i due esterni sugli angoli orbitali interni e margini anterolaterali poco convessi, quasi paralleli e con tre spine (esclusa la spina extraorbitale).

Altri trapezidi descritti per l’Eocene e Oligocene veneto sono caratterizzati dalla fronte ampia e convessa (Eomaldivia, Montemagralia, Paratetralia) o leggermente convessa e con una debole incisione mediana (Archaeotetra) (Beschin et al., 2007, 2015, 2016; De Angeli & Ceccon, 2013, 2014, 2016, 2017; Tessier et al., 2011). Sulla base dei caratteri sopra-elencati si giustifica la descrizione di un nuovo genere.

Conclusioni

Le particolari condizioni di mare caldo e relativamente profondo verificatesi nel territorio veneto durante il Paleogene, ha favorito le formazioni coralline o di bioherma ad alghe corallinacee e coralli che hanno contribuito alla diffusione di decapodi caratteristici di questi ambienti. In particolare, grazie alle recenti ricerche da parte di collaboratori dei vari musei locali sono stati individuati numerosi granchi di piccole dimensioni, simbiotici dei coralli (Pocillopora, Acropora e Stylophora) appartenenti ai Trapezioidea, che vivono di norma in ambienti tropicali relativamente profondi. Sono state finora descritte 14 specie, (3 Domeciidae, 4 Tetraliidae e 7 Trapeziidae). Braggitrapezia nov. gen., Paratetralia e Montemagralia rappresentano forme eoceniche di Trapeziidae estinte con il carapace ampio e convesso longitudinalmente soprattutto nella parte anteriore, fronte con quattro denti e margini anterolaterali provvisti di spine (Braggitrapezia nov. gen.) e fronte convessa, continua, senza denti o incisioni, inclinata verso il basso e margini anterolaterali lisci (Paratetralia e Montemagralia). Solamente il genere vivente Sphenomerides Rathbun, 1897 possiede la superficie dorsale convessa ma è caratterizzato da due piccole spine sui margini laterali.

Trapezioidea dell’Eocene e Oligocene del Veneto

Famiglia Domeciidae: Cherusius oligocenicus (Beschin, De Angeli & Checchi, 2001), Oligocene inferiore di Castelgomberto (Vicenza). Palmyria levigata Beschin, Busulini & Tessier, 2016 e Proticalia parva (Beschin, Busulini & Tessier, 2016), Eocene inferiore di Bolca (Vestenanova, Verona).

Famiglia Tetraliidae: Eurotetralia loerentheyi (Müller, 1975), Eocene inferiore di Monte Magrè (Schio), Eocene superiore di Campolongo di Val Liona, Oligocene inferiore di Sant’Urbano e Bernuffi di Montecchio Maggiore (Vicenza). Scutata eocenica Beschin, Busulini & Tessier, 2016 e Tetralia minuta Beschin, Busulini & Tessier, 2016, Eocene inferiore di Rama (Vestenanova, Verona). Tetralia vicetina De Angeli & Ceccon, 2013, Eocene inferiore di Monte Magrè (Schio, Vicenza) e Oligocene inferiore di Sant’Urbano (Vicenza).

Famiglia Trapeziidae: Archaeotetra lessinea De Angeli & Ceccon, 2013, Eocene inferiore di Monte Magrè di Schio (Vicenza), Laisi, Rama e Zovo di Bolca (Verona). Braggitrapezia alessandroi nov. gen., nov. sp., Eocene inferiore di Vestenanova (Verona). Eomaldivia trispinosa Müller & Collins, 1991, Eocene inferiore di Monte Magrè (Schio, Vicenza), Eocene superiore di Campolongo di Val Liona (Vicenza), Oligocene inferiore di Sant’Urbano (Vicenza). Eomaldivia lessinea De Angeli & Ceccon, 2017 e Montemagralia lata De Angeli & Ceccon, 2016, Eocene inferiore di Monte Magrè (Schio, Vicenza). Paratetralia convexa Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2007, Eocene inferiore di Gecchelina di Monte di Malo, Monte Magrè di Schio, cava “Bertocchi” di San Pietro Mussolino (Vicenza), cava “Braggi”, Cracchi, Laisi, Rama e Zovo di Bolca (Vestenanova, Verona). Paratetralia sulcata De Angeli & Ceccon, 2013, Eocene inferiore di Monte Magrè (Schio, Vicenza) e Rama (Vestenanova, Verona) (Beschin et al., 2007, 2015, 2016, 2018; Tessier et al., 2011; De Angeli et al., 2010; De Angeli & Ceccon, 2013, 2014, 2016, 2017; Ceccon & De Angeli, 2019).

Ringraziamenti

Ringraziamo la dott.ssa Bernardetta Pallozzi, Curatrice del Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno per avere messo a disposizione per lo studio l’esemplare conservato presso il Museo; il dott. Peter Castro, del Department of Biological Sciences, California State Polytechnic University, Pomona, U.S.A. per aver fornito utili informazioni, il dott. Alessandro Garassino del Research Adjunct, Department of Earth and Biological Sciences, Lama Linda University, Loma Linda, U.S.A. e il dott. Roberto Zorzin, Curatore del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, per la lettura critica e gli utili suggerimenti.

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