Conferme di entità molto rare e ritrovamenti di nuove specie autoctone e alloctone nella Pianura Veneta e nei Colli Euganei

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Riassunto

Nel presente lavoro si segnalano nuove stazioni di specie inserite, come minacciate, nella “Lista rossa regionale delle piante vascolari” e si indicano i ritrovamenti nella pianura interna e sugli Euganei di specie proprie soprattutto del settore montano e del settore litoraneo. Si dà notizia infine della presenza, in Veneto, di nuove stazioni di entità alloctone in espansione e se ne segna­lano due mai indicate prima in letteratura.

Abstract

Confirmations of especially rare entities and findings of new autochthonous and allochthonous species in the Venetian Plain and the Euganean Hills

This work reports new stations of species classified as threatened in the “Regional red list of vascular plants – Lista rossa regionale delle piante vascolari” [qui com’è la strategia editoriale sui nomi in italiano? Esiste una traduzione ufficiale per il nome della lista?] and indicates findings, in the inner plain and in the Euganean Hills, of typical species of the mountain and littoral sectors. Finally, the presence in Veneto of new stations of expanding allochthonous entities, two of which unprecedently reported in the literature, is pointed out.

Introduzione

L’indagine floristica da parte del nostro gruppo di lavoro si inserisce in un con­testo di studio incentrato sulla distribuzione delle varie specie vegetali, in parti­colare di quelle rare o minacciate e delle alloctone invasive all’interno dell’inte­ro territorio del Veneto. Un primo passo in questa direzione è stato fatto con la recente pubblicazione “Flora del Veneto dalle Dolomiti alla laguna veneziana”, ma manca ancora una visione approfondita e per raggiungerla occorrono ulte­riori esplorazioni. La nostra attività, quindi, prosegue e, nel breve periodo che ci separa dal primo resoconto, nonostante la pausa forzata legata alla pandemia, al quadro conoscitivo della flora delle provincie di Padova, Venezia e Rovigo, settore in cui operiamo in collaborazione con altri ricercatori impegnati nelle province montane, si sono aggiunti numerosi nuovi dati. Le segnalazioni che seguono riguardano alcune tra le specie la cui distribuzione e frequenza, all’in­terno delle tre provincie menzionate sono poco note.

Area di indagine

L’indagine floristica attuale si allaccia direttamente al lavoro che ormai da un trentennio viene fatto all’interno dell’intero territorio delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Sono province fortemente antropizzate dove un alto numero di specie è a fortissimo rischio di scomparsa (Buffa, Carpenè et al. 2016) e in cui l’invasione delle alloctone è tale che in alcuni settori queste superano il 30 % delle presenze vegetali totali, fino a sostituire quasi completamente le specie autoctone in vari contesti come, ad esempio, nella golena del Po o nelle zone

cerealicole della bassa pianura. Per varie entità degli ambienti umidi, infine, molte delle nicchie ecologiche, che per secoli hanno permesso la loro sopravvi­venza, negli ultimi decenni sono diventate inospitali a causa della mancanza di manutenzione, dell’abbandono e dell’inquinamento o sono state interrate per lasciare spazio ai coltivi e a nuove zone produttive. Numerosi, purtroppo, sono i casi di specie frequenti o diffuse localmente fino a trent’anni fa e divenute or­mai rare o molto rare. La precisa delimitazione attraverso la geolocalizzazione satellitare delle piante maggiormente a rischio di scomparsa e la valutazione della progressione delle specie alloctone più pericolose facilita il raggiungi­mento di una conoscenza di dettaglio della flora veneta tale da permettere la realizzazione di piani di tutela per le prime e di contenimento, almeno per alcune, delle seconde.

Materiali e metodi

L’indagine floristica nelle province di Padova, Venezia e Rovigo si è svolta per oltre un quindicennio soprattutto attraverso la carta d’Italia 1/50000 edita dall’Istituto Geografico Militare. La localizzazione delle varie entità è stata fatta per quadranti e aree di base. Negli ultimi anni si è aggiunta, per un cospicuo numero di specie la georeferenziazione satellitare. Per ciascuno dei taxa elen­cati in questo lavoro, oltre al dato cartografico, esiste un dato georeferenziato; questo però non viene pubblicato ma registrato e inserito in un’apposita banca dati. Obiettivo primario del lavoro in corso è la geolocalizzazione delle specie alloctone più invasive e di quelle appartenenti alle prime tre categorie di rischio secondo i criteri IUCN considerati in particolare nella “Lista rossa regionale delle piante vascolari” (Buffa, Carpenè et al. 2016). Quello ora proposto è un primo elenco di specie rappresentative dei risultati dell’attività da noi svolta durante l’anno 2020.

Elenco dei ritrovamenti

Alliun lusitanicum Lam. – Reperti: prati aridi su ghiaie consolidate dei terraz­zi del Brenta in zona Ballin Miotto a nord di Ponte di Fontaniva (Fontaniva PD), Herb. Camuffo, [0336/4], 50m, 21.05.2020, 18.9.2020. Specie nuova per il Padovano. Entità sud europea diffusa in Italia dal Settentrione alle regioni del Centro e presente in tutte le province montane del Veneto dove si osserva in zone aride e pietrose, a partire dal piano collinare fino a quello subalpino. Lungo il Brenta l’amarillidacea, fluitata a valle insieme a numerose altre piante erbacee tipiche dei rilievi veneti, tra cui copiosissima Plantago subulata L., è sta­ta ritrovata in un grande numero di individui distribuiti su una vasta superficie.

Rizzieri Masin, Emanuela Baro, Adriano Camuffo, Graziano Favaro, Leonardo Filesi, Roberto Fiorentin

Amaranthus emarginatus Salzm. ex Uline & W.L. Bray – Reperto: campo di radicchio a Ca’ Lino di Chioggia (Chioggia VE), Herb. Masin, [0839/2], 1m, 12.06.2020. Conferma della specie per la provincia di Venezia. Entità di origine americana presente in varie regioni italiane (Iamonico 2009). In Veneto il suo primo ritrovamento risale proprio al Veneziano ed è validato da un campio­ne d’erbario depositato a Venezia nel 1928 (Iamonico 2009). Successivamente, però, per la provincia lagunare, l’amaranto smarginato non trova più menzione. La sua distribuzione nella nostra regione è poco nota. È stata documentata la sua presenza in alcune zone del Bellunese, del Vicentino e del Padovano (Ar­genti, Masin et al. 2019); manca però una ricerca sistematica sul territorio tale da permettere di conoscerne la reale diffusione anche se è certa una conside­revole espansione negli ultimi anni. A Cà Lino l’amarantacea è stata osservata copiosa in un campo di radicchio insieme a varie altre entità infestanti le colture sarchiate.

Rizzieri Masin, Bruno Pellegrini

Carlina biebersteinii s.l. Bern. ex Hornem. – Reperto: margine di un bosco termofilo in zona Passo Fiorine tra il M. Grande e il M. della Madonna (Teolo PD), Herb. Masin, [0636/1], 350m, 02.07.2018. Entità nuova per i Colli Eu­ganei e il Padovano. Specie ad areale europeo, di recente istituzione, in Italia presente in Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia (Pignatti 2018) e Veneto (Argenti, Masin et al. 2019). In Veneto la sua distribuzione nel territorio non è ancora stata adeguatamente studiata; viene ritenuta frequente soprattutto nel settore prealpino orientale, mentre sembra meno comune nel settore alpino interno. (Argenti, Masin et al. 2019). Mancano segnalazioni per i gruppi collinari isolati. Sugli Euganei C. biebersteinii, finora, non era stata distinta dalla congenere C. vulgaris L. e, allo stato attuale delle ricerche, quindi, non si è in grado di precisarne la frequenza e la distribuzione sulle varie alture, però, tra i due taxa, sembra essere quello prevalente.

Rizzieri Masin, Adriano Camuffo

Cyperus eragrostis Lam.– Reperto: incolto con suolo umido in località Turri a Montegrotto Terme (Montegrotto Terme PD), Herb. Masin, [0636/4), 12m, 12.09.2020.

Alloctona nuova per i Colli Euganei. Entità subtropicale ampiamente diffusa in Italia e divenuta invasiva in regioni come la Sardegna e le Marche (acta­plantarum). In Veneto il primo rinvenimento è avvenuto nella Golena del Po a Corbola (Masin, Bertani et al. 2009). La seconda provincia a essere interessata al ritrovamento della ciperacea è stata quella di Vicenza grazie all’esplorazione del Bacchiglione fatta da Masin e Dal Lago (2011) il 18 agosto 2011 sui depositi sabbiosi provocati dell’alluvione avvenuta nel Centro del capoluogo nel mese di dicembre del 2010. Diciotto giorni dopo la specie è stata raccolta anche a Punta San Giuliano a Venezia (Masin, Dal Lago, Banzato 2011). Nel Padovano la prima osservazione della geofita si è verificata a San Pietro in Gu, località in cui una fitta popolazione infestava, per un lungo tratto, le sponde di una roggia che scorre poco fuori del centro del paese (Masin, 2015). A Turri il primo ri­trovamento è avvenuto nel 2017, seguito da un primo tentativo di eradicazione dell’apparato radicale a mano, tentativo, però, inutile in quanto la pianta, negli anni successivi, si è ripresentata, più che mai vigorosa, mostrando una netta tendenza a espandersi. Nel corso del 2020 l’eradicazione è stata fatta usando la vanga e scavando a fondo nel terreno, nella speranza che la rimozione dei rizomi sia stata completa.

Rizzieri Masin

Cyperus esculentus L. – Reperto: zona umida su suolo torboso alle Valli di Galzignano Terme in zona Ca’ Demia (Galzignano Terme PD), Herb. Masin [0636/3], 2m, 12.07.2020. Alloctona nuova per i Colli Euganei. Specie subco­smopolita presente in larga parte del territorio italiano e divenuta fortemente invasiva in Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. La prima segnalazione in Veneto è avvenuta nei campi di cereali del Polesine (Caniglia, Salvioni 1978). Da allora si è osservato un inarrestabile andamento espansivo che l’ha condotta a colonizzare gran parte del territorio regionale: Vicentino (Casarotto 2002; Masin, Scortegagna 2012), Veronese (Prosser cit. in Casarotto 2002; Prosser, Bertolli, Festi 2009), Bellunese (Argenti, Lasen, 2004), Padovano (Masin, Tietto 2005, 2006), Veneziano (Masin, Bertani et al. 2010), Trevigiano (Masin oss. pers. 2010; Argenti, Masin et al. 2019). Su suoli umidi occupa le più disparate nicchie ecologiche fino a radicare stabilmente persino nelle sabbie salse degli scanni del

Delta del Po (Masin 2014). Nel Padovano è stata osservata nelle zone sabbiose della golena del Brenta all’interno delle quali, dopo il primo avvistamento di un piccolo nucleo, negli anni successivi ha invaso rapidamente le golene a partire da Cittadella fino a tutte le zone emerse a valle, sostituendosi ampiamente alle specie appartenenti alla flora autoctona. L’area interna delle alture padovane è rimasta per un quindicennio libera dalla travolgente ciperacea, fino al momento in cui un nucleo è apparso a Galzignano, probabilmente a causa del deposito di mucchi di terra contenenti semi fertili o rizomi. Al momento del ritrovamento si è proceduto all’eradicazione di tutti gli individui osservati, ma le difficoltà in­contrate nella raccolta dei “tuberetti” sparsi nell’apparato radicale, a causa del­la sua fragilità, impongono un attento monitoraggio durante gli anni a venire.

Rizzieri Masin

Cyperus rotundus L. – Reperto: campi di radicchio su suolo sabbioso alla base della Duna Lunga di San Basilio (Ariano nel Polesine RO), Herb. Masin, [1039/1], 0.5m, 16.07.2020. Nuovo dato distributivo di specie invasiva nel Po­lesine. Entità subcosmopolita presente in quasi tutto il territorio italiano (acta­plantarum) ma pressoché, ovunque solo come avventizia nelle regioni del Cen­tro-Sud. In Veneto finora è stata trovata nel Veneziano a Caorle (Masin, Bertani et al. 2010), a Padova (Masin, 2015) a Barricata di Porto Tolle (Masin 2014), lungo il Garda e a Vicenza (Argenti, Masin et al. 2019, però, sempre con un li­mitato numero di individui, senza mai mostrare un comportamento invasivo. A San Basilio, invece, è stata osservata in varie migliaia di individui, infestante per un vasto raggio i coltivi. Data la temibile invasione delle colture sarchiate è stato predisposto un monitoraggio periodico della zona deltizia veneta per osservare la capacità di diffusione della ciperacea negli anni venturi.

Rizzieri Masin, Bruno Pellegrini

Datura wrightii Regel – Reperto: margine della strada per Val Pomaro ad Ar­quà Petrarca (Arquà Petrarca PD), Herb. Masin, [0637/1] 80m, 28.09.2020. Alloctona nuova per i Colli Euganei.

Entità di origine americana introdotta in Europa come pianta ornamentale. In Italia è presente in gran parte del territorio nazionale. In varie regioni è indi­cata come avventizia casuale, mentre viene considerata invasiva in Sardegna e naturalizzata in Toscana e in Sicilia (actaplantarum). La sua effettiva frequenza, però, probabilmente non è ancora stata adeguatamente valutata a causa della confusione con la congenere e molto simile D. inoxia Mill. In Veneto la specie è stata segnalata per la bassa pianura padovana (actaplantarum) e ripresa in Ar­genti, Masin et al. (2019). Sugli Euganei e più in generale nella pianura veneta, sulla base dei ritrovamenti avvenuti, si rende necessaria una nuova indagine atta a definire l’effettiva diffusione delle due solanacee menzionate nelle zone in cui (Masin, Tietto 2005, 2006; Masin, Scortegagna 2012; Masin 2014) è stata indicata D. inoxia.

Rizzieri Masin, Adriano Camuffo

Galium aristatum L. – Reperti: margine del bosco lungo la strada sterrata che porta all’ex Poggio Ameno sul M. Sengiari (Torreglia PD), Herb. Masin, [0636/3], 90 m, 29.05.2020, 21.09.2020. Nuova specie per il Padovano. Orofila sud ovest europea poco frequente in Veneto e attualmente indicata esclusiva­mente per la zona prealpina e alpina. Segnalata per gli Euganei da Romano nel 1823 ma, molto probabilmente, per confusione con G. laevigatum nei luoghi in cui attualmente cresce esclusivamente quest’ultima specie. Trevisan (1842) sinonimizza G. aristatum con G. sylvaticum un taxon, secondo indagini recenti, non presente in Veneto (Argenti, Masin et al. 2019). Non è dato sapere se si riferiva a G. sylvaticum oppure a G. aristatum (entrambi mancano di stoloni) o

altrimenti a G. laevigatum diffuso ampiamente sui Colli negli ambienti boschivi su suolo siliceo e, in passato, considerato sottospecie di G. sylvaticum. Data l’e­strema rarità di G. aristatum e la notevole frequenza di G. laevigatum, le segna­lazioni ottocentesche è da ritenere che siano da attribuire a G. laevigatum. Sul M. Sengiari la rubiacea è stata osservata in alcuni vigorosi individui ai margini di un bosco mesofilo.

Rizzieri Masin, Adriano Camuffo, Graziano Favaro, Leonardo Filesi

Gymnocladus dioicus (L.) K. Koch – Reperto: Parco comunale di Stanghella (Stanghella PD), Herb. Masin, [0836/4], 7m, 23.07.2020. Alloctona avventizia nuova per il Veneto. Specie di origine nordamericana introdotta in Europa a scopo ornamentale e presente in Italia in vari parchi storici. Viene segnalata come avventizia in Lombardia mentre un’indicazione per il Piemonte risulta errata (actaplantarum). Il ritrovamento della fabacea è avvenuto durante il 2015 quando le plantule, nate da semi caduti dalle piante madri, mostravano caratteri ancora poco rappresentativi della specie. La determinazione quindi è avvenuta solo successivamente. La fabacea, nel parco di Stanghella, è stata osservata in un congruo numero di individui, di aspetto arbustivo, sparsi in una vasta area, capaci di resistere negli anni, nonostante i ripetuti sfalci che avvengono all’om­bra degli alberi secolari.

Rizzieri Masin, Graziano Favaro, Adriano Camuffo

Lagurus ovatus L. subsp. ovatus – Reperto: piazzale presso la scuola primaria di Arquà Petrarca (Arquà Petrarca PD), Herb. Masin, [0636/3], 40m, 18.05.2020. Conferma della poacea per il Distretto Euganeo e il Padovano. Entità eurimedi­terranea comunissima nelle zone sabbiose del litorale veneto (Argenti, Masin et al. 2019) ma solamente avventizia nell’entroterra: Rovigo (Masin 2014), Garda (Argenti, Masin et al. 2019). Per il Distretto Euganeo, secondo Béguinot (1909- 14), è stata osservata nella zona termale di Abano durante il secolo XIX da vari ricercatori: Trevisan, Foscarini, Bolzon, Fiori e Spranzi. Esemplari raccolti da Spranzi sono presenti in PAD. Per la provincia di Padova mancano, però, se­gnalazioni successive all’800. Ad Arquà la specie è stata notata copiosa, in stato avanzato di antesi, lungo la parte perimetrale dello slargo citato, in una vasta area molto ricca in scheletro.

Rizzieri Masin, Graziano Favaro

Origanum vulgare L. subsp. prismaticum Gaudin – Reperto: margine di un bosco termofilo alle pendici del M. Cero (Baone PD), Herb. Masin, [0637/1] 50m, 28.09.2020. Nuova entità per i Colli Euganei. O. vulgare s.l. è una lamiacea eurasiatica presente in Italia, allo stato spontaneo, in tutte le regioni, ad ecce­zione della Sardegna, con tre sottospecie: vulgare, viridulum e prismaticum. La prima sottospecie è presente nell’intero territorio nazionale; la seconda è nota per le regioni meridionali e per l’Emilia Romagna; la terza per il Veneto e per il Friuli Venezia Giulia (actaplantarum). Nella recente Flora del Veneto (Argenti, Masin et al. 2019), viene indicata la sola specie nominale in quanto mancano adeguate conoscenze sulla diffusione delle due sottospecie presenti nelle varie zone della nostra regione. Sui Colli Euganei finora era stato individuato solo O. vulgare subsp. vulgare (Masin, Tietto, 2005, 2006). Indagini compiute durante l’estate del 2020, tuttavia, hanno messo in evidenza la presenza di varie stazioni di O. vulgare subsp. prismaticum nel settore calcareo meridionale del complesso collinare.

Rizzieri Masin, Adriano Camuffo

Oxalis debilis Kunth – Reperto: incolti erbosi lungo via Regazzoni a Turri (Montegrotto Terme PD), Herb. Masin, [0636/4], 10m, 25.06.2020. Alloctona nuova per il Veneto. Specie di origine sudamericana introdotta in Europa a scopo ornamentale e naturalizzata in varie regioni d’Italia (Galasso, Bartolucci et al. 2018). Oltre che a Turri, nel Padovano è stata osservata in alcune fioriere a Maserà e in incolti ad Arzercavalli. Probabilmente l’oxalidacea, in Veneto, è diffusa in varie zone e la mancanza di segnalazioni deriva dalla fortissima somi­glianza con O. articulata Savigny, entità dalla quale si distingue soprattutto per la conformazione dell’apparato radicale.

Graziano Favaro, Rizzieri Masin

Spergula arvensis L. – Reperto: coltivi su suolo torboso nella piana di Regaz­zoni di Galzignano, tra il M. Castellone e il M. Cimisella, nelle immediate vici­nanze del canaletto termale che attraversa il sito, (Galzignano PD), Herb. Ma­sin, [0636/4], 2m, 12.07.2019. Conferma della specie per il Distretto Euganeo. Entità subcosmopolita presente in varie regioni d’Italia ma generalmente rara. In Veneto è inserita nella “Lista rossa regionale delle piante vascolari” (Buffa et al. 2016) come minacciata (EN). L’unica segnalazione storica finora avvenuta per il Distretto Euganeo risale alla prima metà dell’800 ed è dovuta a Trevisan (1842) secondo il quale S. arvensis sarebbe stata raccolta ad Abano dal botanico ucraino de Andrejewski. A riprova della rarità della cariofillacea nel Padovano esiste una sola segnalazione recente (Masin, Tietto 2006) per Gazzo Padovano, ripresa in un lavoro di Tasinazzo (2009) citato da Argenti, Masin et al. (2019). A Galzignano la specie è stata osservata copiosa durante il 2019 ma in forte regresso durante il 2020. La zona in cui vegeta, un tempo paludosa, è stata bo­nificata durante i primi decenni del ’900 e attualmente è coltivata a viti. Insieme alla renaiola comune, nella stessa vigna e in una vasta area incolta attigua, cresce copiosissima un’altra cariofillacea molto rara nell’entroterra veneto: Spergularia bocconei (Scheele) Gaertn.

Rizzieri Masin, Adriano Camuffo

Trisetaria panicea (Lam.) Paunero – Reperto: margini stradali e incolti er­bosi lungo la via che da Brondolo porta ai campeggi di Sottomarina situati nei dintorni della foce del Brenta (Chioggia VE), Herb. Masin, [0839/2], 1m, 12.06.2020. Nuova segnalazione per il Veneziano. Specie stenomediterranea oc­cidentale presente in numerose regioni italiane ma estremamente rara in Veneto e inserita come gravemente minacciata (CR) in Buffa, Carpenè et al. (2016). Per la nostra regione esistono solo tre segnalazioni recenti: due per il Delta del Po (Benetti, Marchiori 1995; Masin, Bertani et al. 2009) e una per la riva del Pia­ve nel Bellunese (Argenti, Masin et al. 2019). Nel sito menzionato la poacea è stata osservata copiosissima (migliaia di individui) per un tratto di strada lungo almeno un centinaio di metri.

Rizzieri Masin

Sporobolus indicus (L.) R. Br. – Reperto: aiuole spartitraffico in un parcheggio ad Abano Terme (Abano Terme PD), Herb. Masin, [0636/2], 13m, 18.09.2020. Alloctona nuova per il Distretto Euganeo. Entità di origine nordamericana pre­sente in tutte le regioni italiane ad eccezione della Valle d’Aosta e della Puglia (actaplantarum). In Veneto il primo ritrovamento è avvenuto nel Veneziano a Cavallino all’inizio degli Anni 90 dello scorso secolo (Melzer, Bregant 1992). Da allora la specie ha mostrato un trend espansivo, prima in varie zone del­la pianura e poi nelle zone montane, tale che ora manca solo nel Bellunese (Argenti, Masin et al. 2019). In provincia di Padova i primi avvistamenti sono avvenuti nell’Alta Padovana, prima sui terrazzi alluvionali del Brenta (Masin, Tietto 2006), successivamente nell’area di Piombino Dese e Trebaseleghe e poi in altre zone dell’Alta. Il Distretto Euganeo sembrava estraneo a questo danno­so insediamento, tanto che il settore, attentamente monitorato fino al 2019, non mostrava alcun segno della presenza della poacea. I dati più recenti in nostro possesso mostrano un lento ma costante andamento espansivo in tutto il terri­torio regionale.

Rizzieri Masin

Discussione

La sempre maggiore antropizzazione del territorio del Veneto rende a rischio progressivo l’esistenza di numerose specie autoctone di pregio (Argenti, Masin et al. 2019) e, al contempo, data la ridotta funzione di freno degli ambienti naturali, che in pianura sono in gran parte scomparsi, permette una forte ac­celerazione dell’affermazione di un numero elevato di piante alloctone. Di al­cune forestiere come, ad esempio: Sporobolus indicus e Cyperus esculentus si è osservato l’andamento espansivo nel corso di quasi un ventennio; di altre come Oxalis debilis, il cui riconoscimento è recente, si sta iniziando a monitorare la presenza. La precisa localizzazione delle entità in maggiore sofferenza e l’indi­viduazione delle aree in cui si affermano le nuove popolazioni di specie estranee alla flora locale sono le priorità della nostra indagine. La speranza è che, nei casi di massimo patimento di piante proprie del paesaggio vegetale veneto o di maggiore pericolo di penetrazione di entità esotiche, i nostri dati siano utilizzati in modo mirato dalle istituzioni che rappresentano la comunità.

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Sitografia

https://www.floraitaliae.actaplantarum.org/index.php

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