Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp., nuovo crostaceo Epialtidae dell’Eocene inferiore dei Monti Lessini orientali (Verona, Italia nordorientale)

Attività SVSNScienze della terraLessiniamathia bolcense n. gen., n. sp., nuovo crostaceo Epialtidae dell’Eocene inferiore dei...

Riassunto

Viene descritto Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp. (Crustacea, Brachyura, Epialtidae) dell’Eocene inferiore di Rama di Bolca (Vestenanova, Verona, Italia nordorientale). Lessiniamathia n. gen. possiede il carapace piriforme, orbite piccole, senza dente intercalato sopraorbitale e spine sulle regioni dorsali e sui margini laterali come le attuali specie di Anamathia Smith, 1884 e Rochinia A. Milne-Edwards, 1875. Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp. è stato raccolto, con altri decapodi, in calcari con resti di alghe calcaree e coralli.

Abstract

Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp., a new Epialtidae crus-tacean from the early Eocene of the eastern Lessini Mounths (Verona, NE Italy)

Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp. (Crustacea, Brachyura, Epialtidae) from the early Eocene of Rama di Bolca (Vestenanova, Verona, northeastern Italy) is described. Lessiniamathia n. gen. has the pyriform carapace, small orbits without intercalate tooth, and dorsal regions and lateral margins with spines as the extant species of Rochinia A. Milne-Edwards, 1875 and Anamathia Smith, 1884. Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp. was collected with other decapods within limestones with calcareous algae and corals.

Introduzione

Recenti indagini paleontologiche da parte di collaboratori del Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza) e del Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (Vicenza), nei calcari dell’Eocene inferiore del versante orientale dei Monti Lessini, hanno contribuito alla scoperta di numerosi cro-stacei decapodi associati ad alghe e coralli. Questa carcinofauna è stata ben do-cumentata da esemplari di carapaci e chelipedi isolati provenienti da contrada Gecchelina di Monte di Malo, Monte Magrè di Schio, contrada Massignani e Fornari di Valdagno, cava “Bertocchi” di San Pietro Mussolino, cava “Braggi” di Vestenanova e dall’area di Bolca presso le località di Rama, Zovo, Laisi, Crac-chi, Vallecco e Monte Postale (Verona e Vicenza) (Beschin et al., 2000, 2007, 2015, 2016; De Angeli & Garassino, 2002, 2014; De Angeli & Ceccon, 2012, 2013a, b, 2014, 2015, 2016a, b; Tessier et al., 2011; Ceccon & De Angeli, 2013). La presente nota descrive un nuovo brachiuro dell’Eocene inferiore di Rama di Bolca (Vestenanova, Verona).

Cenni geologici e stratigrafici

Il territorio di Bolca rappresenta uno dei siti più studiati dell’Eocene veneto ed é stato oggetto di numerosi lavori scientifici svolti soprattutto allo studio dei pesci e vegetali della Pesciara e del Monte Postale. Tra i principali autori che si sono occupati della geologia e stratigrafia di quest’area sono da ricordare Suess (1868), Bayan (1870), Munier-Chalmas (1891), Barbieri & Medizza (1969), Papazzoni & Trevisani (2006), Papazzoni et al. (2014a, b) e Zorzin in Beschin et al. (2016). La successione stratigrafica è stata ben documentata daFabiani(1914, 1915) e Barbieri & Medizza (1969). I crostacei provenienti dai livelli ittiolitici ypresiani della Pesciara e del Monte Postale sono stati studiati da Secrétan (1975), De Angeli & Garassino (2008), Giusberti et al. (2014) e Vonk et al. (2015), mentre i crostacei dei calcari ad alghe e coralli sono pervenute da Bayan (1870), De Gregorio (1894), De Angeli & Garassino (2014) Tessier et al. (2004) eBeschin et al. (2016). I corpi carbonatici ypresiani a coralli e alghedasycladacee, indicano la presenza di una struttura onda resistente, rappresen-tata da un allineamento discontinuo di piccole biocostruzioni coralline che si sono sviluppate in un ambiente di acque poco profonde, nella parte superiore della zona fotica dell’area dei Monti Lessini orientali (Papazzoni et al., 2014b; Vescogni et al., 2016). L’esemplare studiato è stato raccolto, associato a coralli e alghe, presso la località Rama di Bolca.

Ubicazione Bolca
Fig. 1. Ubicazione dell’area di Bolca (Verona); l’asterisco indica la località fossilifera da cui proviene il materiale studiato / Location of the Bolca area (Verona); the asterisk denotes the fossiliferous locality of the studied material.

Parte sistematica

L’esemplare è depositato presso il Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (Vicenza) (Acronimo: MCV). Le misure sono espresse in millimetri. Per l’in-quadramento sistematico si è seguita la classificazione proposta da De Grave et al. (2009).
Ordine Decapoda Latreille, 1802
Infraordine Brachyura Latreille, 1802
Superfamiglia Majoidea Samouelle, 1819
Famiglia Epialtidae MacLeay, 1838
Sottofamiglia Pisinae Dana, 1851_
Genere Lessiniamathia n. gen.
Specie tipo: Lessiniamathia bolcense n. sp.
Origine del nome: Lessiniamathia (fem.) nome composto dall’insieme di Monti Lessini, sistema montuoso da cui proviene l’esemplare studiato e da Anamathia Smith, 1884 (Brachyura, Pisinae), genere con cui mostra affinità.
Diagnosi: come la specie tipo.
Diagnosis: see the type species

Anamathia
Fig. 2. 1. Anamathia rissoana (Roux, 1828), costa atlantica (collezione A. De Angeli). 2. Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp., ricostruzione del carapace. F: regione frontale, Ptg: regione protogastrica, Msg: regione mesogastrica, Mtg: regione metagastrica, C: regione cardiaca,
H: regione epatica, Epb: regione epibranchiale, Msb: regione mesobranchiale, sf: spina frontale, spo: spina postorbitale, sh: spina epatica, sepb: spina epibranchiale, smsb: spina mesobranchiale / 1. Anamathia rissoana (Roux, 1828), Atlantic Coast (A. De Angeli collection). 2. Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp., carapace reconstruction.
F: frontal region, Ptg: protogastric region, Msg: mesogastric region, Mtg: metagastric region, C: cardiac region,
H: hepatic region, Epb: epibranchial region, Msb: mesobranchial region, sf: frontal spine, spo: postorbital spine, sh: hepatic spine, sepb: epibranchial spine, smsb: mesobranchial spine.

Lessiniamathia bolcense n. sp.
Fig. 2(2), 3(A-C)
Olotipo: esemplare MCV.17/09, raffigurato in fig. 3A-C.
Località: Rama di Bolca (Vestenanova, Verona).
Livello tipo: Eocene inferiore (Ypresiano).
Origine del nome: bolcensis –e (lat.) = riferito all’area di Bolca, da cui proviene l’esemplare studiato.
Materiale e dimensioni: il solo olotipo (MCV.17/09) conservato in matrice cal-carea biancastra (Larghezza del carapace, escluse le spine laterali: 13,4 mm; Lunghezza del carapace, escluse le spine rostrali e la porzione del margine po-steriore: 14,7 mm).

Diagnosi

Carapace piriforme, convesso dorsalmente, più lungo che largo, più ampio nel-la porzione posteriore; fronte larga circa 50% della massima larghezza del ca-rapace; orbite piccole, ovali; margine sopraorbitale concavo; spina postorbitale piccola, triangolare; margini anterolaterali lunghi e divergenti; regioni dorsali distinte; sono presenti una spina protogastrica, due spine mesogastriche, una spina cardiaca, una spina sul margine epatico, due spine epibranchiali (una dor-sale e una sul margine laterale) e due spine mesobranchiali (una dorsale e una sul margine laterale). Superficie dorsale con piccoli tubercoli.

Diagnosis

Carapace pyriform, convex dorsally, longer than wide, wider at the posterior por-tion; front wide about 50% of the maximum width of carapace; orbits small, oval; supraorbital margin concave; postorbital spine small, triangular; anterolateral mar-gins long and divergent; dorsal regions poorly distinct; there is a protogastric spine, two mesogastric spines, one cardiac spine, one hepatic spine, two epibranchial spines (one dorsal and one on the lateral margin), and two mesobranchial spines (one dorsal and one on the lateral margin). Dorsal surface with small tubercles.

Descrizione

Carapace di contorno piriforme, convesso in sezione trasversale e longitudina-le, più lungo che largo, più ampio nella porzione posteriore e ornato da lunghe e robuste spine (presenti per buona parte per le sole basi). La fronte occupa circa il 50% della massima larghezza del carapace. Le spine frontali sono man-canti e rappresentate dalle sole basi. Le orbite sono piccole e ovali, disposte lateralmente. Il margine sopraorbitale è concavo nella parte mediana. Il dente sopraoculare è laminare, poco sporgente; il dente postoculare è corto, triango-lare, rivolto anteriormente. Il dente postoculare è collegato alla regione epati-ca con una modesta concavità preorbitale. Il margine anterolaterale è lungo e divergente e possiede una spina epatica, una epibranchiale ed una mesobran-chiale. Il margine posterolaterale è corto e convergente. Il margine posteriore è incompleto. Le regioni dorsali sono leggermente bombate e definite da solchi poco profondi. La regione frontale ha una depressione mediana longitudinale; le regioni protogastriche sono in rilievo e con una spina mediana; la regione me-sogastrica anteriore è lunga e stretta, incuneata tra le regioni protogastriche, la parte posteriore è di contorno ovale e porta due spine; la regione metagastrica è depressa e di forma subrettangolare; la regione cardiaca è ampia e delimitata ai lati da solchi branchiocardiaci poco profondi; la sua superficie è bombata e provvista di una robusta spina. La regione intestinale è stretta e depressa; le regioni epatiche sono piccole, subtriangolari e con una spina sul margine esterno. Le regioni epibranchiali sono ampie e delimitate anteriormente dal solco cervicale e portano due spine (una dorsale e una sul margine laterale). Le regioni mesobranchiali sono anch’esse ornate da due spine (una dorsale e una sul margine laterale leggermente inclinata posteriormente). Ventralmente è presente una protuberanza tubercolata subepatica e una spina metabranchiale. La superficie dorsale, oltre alle robuste spine presenti sulle regioni, è ornata da piccoli tubercoli irregolari poco rilevati e bene distanziati tra loro. Le altre parti del corpo non sono conservate.

Osservazioni

Il carapace esaminato, anche se incompleto delle spine frontali e del margine posteriore, presenta forma caratteristica dei rappresentanti della sottofamiglia Pisinae Dana, 1851, che include brachiuri con il carapace più o meno piriforme, orbite con un prominente dente o lobo postoculare che nasconde completa-mente la cornea in visione dorsale, margini sopraorbitali senza dente intercalato sopraorbitale e peduncoli oculari piuttosto brevi (Poore, 2004). Il confronto dell’esemplare fossile con i generi fossili e viventi si basa soprattutto sul contor-no piriforme del carapace con regioni dorsali poco definite da solchi e le piccole dimensioni delle orbite con margini sopraorbitali senza dente intercalato sopra-orbitale, caratteri che sono tuttavia presenti nei numerosi generi e specie della sottofamiglia Pisinae. L’esemplare, in origine, aveva il carapace provvisto di lun-ghe e robuste spine che si sono staccate quando è stato rimosso dalla matrice e sono andate perdute. La loro presenza è tuttavia confermata dalle larghe basi che ci sono sulle regioni dorsali e sui margini laterali e per una spina, incomple-ta della parte distale, ancora presente sul margine laterale sinistro.

Fig. 3. Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp., es. MCV.17/09. Olotipo, A) visione dorsale, B) visione frontale, C) visione laterale / Holotype, A) dorsal view, B) frontal view, C) lateral view.

Considerando la forma e le caratteristiche del carapace e le lunghe spine che potevano ornare la parte dorsale e i margini laterali, riteniamo che l’esemplare di Rama possa essere confrontabile con il genere Rochinia A. Milne-Edwards, 1875 e Anamathia Smith, 1884 che hanno il carapace simile. Rochinia A. Milne-Edwards, 1875 [in A. Milne-Edwards, 1873-1881 (specie tipo: R. gracilipes A. Milne-Edwards, 1875)] è nota per 34 specie che vivono nei mari tropicali e temperati del globo (Griffin & Tranter, 1986; Ng et al., 2008) e dalla specie fossile R. boschii Casadio, Feldmann, Parras & Schweitzer, 2005 del Miocene della Patagonia, Argentina (Casadio et al., 2005). La mancanza di un dente in-tercalato sopraorbitale e la continuità del margine tra la spina postoculare con la spina della regione epatica identifica i vari membri di questo taxon (Poore, 2004). Alcune specie di questo genere sono anch’esse caratterizzate da lunghe spine dorsali [Rochinia cornuta (Rathbun, 1898), R. hystrix (Stimpson, 1871), R. tanneri (Smith, 1883)] (Rathbun, 1925). Rochinia pur mostrando affinitànella forma del carapace e dei margini orbitali con Lessiniamathia n. gen., pre-senta tuttavia una minor concavità preorbitale e una diversa disposizione delle spine sulle regioni [di norma solo due sui margini laterali (una epatica e una mesobranchiale) e una sulla regione mesogastrica]. Migliori affinità sono in-vece emerse dal confronto con il genere Anamathia Smith, 1884, conosciuto dalla sola specie tipo A. rissoana (Roux, 1828) che abita gli ambienti sublitorali atlantici e mediterranei (Zariquiey Álvarez, 1968; Falciai & Minervini, 1992) (Fig. 2(1)). Anamathia è tuttavia ben distinta da Lessiniamathia n. gen., per il carapace più piriforme e una maggiore concavità tra la spina postoculare e la spina epatica. Le spine dorsali sono inoltre diversamente disposte: una spina presente su ogni regione protogastrica; tre sulla parte dorsale mediana (una mesogastrica, una cardiaca e una intestinale), tre sulle regioni branchiali e due sui margini laterali (una epatica e una mesobranchiale). Lessiniamathia n. gen., oltre alla diversa collocazione geologica rispetto alle forme viventi, si presenta ben distinta per la differente disposizione delle spine che ornano le regioni e i margini laterali del carapace. Nel catalogo delle specie fossili note fornito da Schweitzer et al. (2010) non abbiamo riscontrato alcuna forma fossile con ca-ratteristiche simili e quindi abbiamo ritenuto opportuno proporre per l’esem-plare di Rama di Bolca un nuovo taxon.

Conclusioni

I recenti studi sui livelli ad alghe e coralli dell’Eocene inferiore dei Monti Lessi-ni orientali hanno contribuito alla conoscenza di una ricca e diversificata fauna di crostacei, raccolta nell’area di Bolca presso le località di Rama, Zovo, Laisi, Cracchi, Vallecco e Monte Postale (De Angeli & Garassino, 2014; Beschin et al., 2016). Il ritrovamento di Lessiniamathia bolcense n. gen., n. sp. incremen-ta la conoscenza dei Pisinae fossili. Dallo stesso giacimento di Rama di Bolca proviene anche Bolcapisa giulianae Beschin, Busulini & Tessier, 2016, anch’esso attribuito ai Pisinae da Beschin et al. (2016). Bolcapisa è ben distinto da Les-siniamathia n. gen. per la fronte ampia e provvista di due lamelle rostrali lar-ghe e piatte, margini laterali con una sola spina, regioni rigonfie e tubercolate, margini sopraorbitali con due fessure e con un dente intercalato sopraorbitale (Beschin et al., 2016). Altri crostacei terziari veneti attribuiti ai Pisinae sono Grolamaia vicariottoi Beschin, De Angeli, Checchi e Zarantonello, 2012 dell’E-ocene medio di Grola di Cornedo Vicentino (Vicenza) e Hyastenus corallinus De Angeli & Beschin, 2008 dell’Oligocene inferiore di Valmarana di Altavilla Vicentina (Vicenza). Queste specie sono entrambe bene distinte da Lessinia-mathia n. gen. per la diversa forma del carapace e la disposizione delle spine edei tubercoli che ornano le regioni dorsali (De Angeli & Beschin, 2008; Be-schin et. al., 2012).

Ringraziamenti

Ringraziamo la dott.ssa Bernardetta Pallozzi, Curatrice del Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (Vicenza) per avere messo a disposizione per lo studio l’esemplare conservato presso il Museo e due anonimi lettori per la lettura cri-tica del manoscritto e gli utili suggerimenti.

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