Aggiornamento su status e distribuzione di alcune specie di mammiferi in Provincia di Rovigo

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Riassunto

Vengono qui analizzati i dati relativi a 12 taxa di Teriofauna, appartenenti a 7 famiglie (Lepori- dae, Sciuridae, Hystricidae, Canidae, Mustelidae, Suidae, Cervidae), del territorio della provincia di Rovigo. Sono specie quasi sempre di facile osservazione e rilevamento (viventi o decedute), contraddistinte sia da loro funzione/importanza ecosistemica, sia per essere l’oggetto di specifici piani di monitoraggio. Per ogni specie sono stati analizzati set temporali differenti, fino al 2022. Di particolare interesse la comparsa del Lupo (Canis lupus), la colonizzazione da parte di Capriolo (Capreolus capreolus) e Cinghiale (Sus scrofa) e l’espansione di Silvilago della Florida (Sylvilagus floridanus) e Scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis). È documentato un ampliamento di areale anche di altre specie, fra cui la Faina (Martes foina).

Abstract

Update on status and distribution of some species of mammals in the Province of Rovigo (North East Italy)
This survey is about 12 taxa of Mammals (7 familiae: Leporidae, Sciuridae, Hystricidae, Canidae, Mustelidae, Suidae, Cervidae); it regards Rovigo District (Veneto – Italy). Particularly interesting the presence of the Wolf (Canis lupus), the colonization of the Roe Deer (Capreolus capreolus) and Wild Boar (Sus scrofa), the increase of Eastern Cottontail (Sylvilagus floridanus) and Grey Squirrel (Sciurus carolinensis). The range expansion of other species is here documented, e.g. for Beech Marten (Martes foina).

Introduzione

A partire dagli anni ’90 del Novecento la raccolta d’informazioni sui mammiferi del territorio poelsano sulle varie famiglie di mammiferi si è fatta più metodica e standardizzata. In particolare l’Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria di Rovigo e l’Ufficio Risorse Faunistiche della Provincia di Rovigo (oggi Regione del Veneto) hanno promosso e realizzato monitoraggi sia all’interno di progetti specifici che con modalità opportunistica. La raccolta dati ha coinvolto nel corso del tempo un numero sempre maggiore di operatori, sia specializzati che afferenti a progetti di citizen science.

I dati presentati non sono quindi il frutto di un progetto di ricerca coordinato ma derivano da diversi monitoraggi, alcuni dei quali svolti in maniera opportunistica, altri con metodi standardizzati.

Questo lavoro si pone quindi come un aggiornamento della situazione distributiva di alcuni taxa di mammiferi del territorio della provincia di Rovigo (Veneto), caratterizzato da interessanti fenomeni di rapida colonizzazione.

Materiali e metodi

Vengono analizzati 12 taxa, appartenenti a 7 famiglie (Leporidae, Sciuridae, Hy- stricidae, Canidae, Mustelidae, Suidea, Cervidae), corrispondenti a specie quasi tutte contraddistinte dalla facilità di osservazione/rinvenimento (es. carcasse lungo le strade), sia note per la loro funzione/importanza ecosistemica, e oggetto di specifici piani di monitoraggio, legati in particolare alla gestione faunistico-venatoria del territorio polesano.

Nelle rappresentazioni grafiche della distribuzione delle specie oggetto di studio, si è provveduto a digitalizzare i dati spaziali in formato shapefile, utilizzando poi una griglia con quadrati di lato 5 km e i Comuni della provincia di Rovigo estratti dalla CTR Regionale (Geoportale della Regione Veneto).

I dati si riferiscono in gran parte all’ultimo decennio; per ogni specie i dati sono afferenti ad un arco temporale ben definito, specificato di volta in volta.

I dati sono stati raccolti sia in modo opportunistico (in particolare, ad esempio, per i mustelidi e il Capriolo), sia all’interno di schemi di monitoraggio standardizzati. I metodi di monitoraggio vengono descritti per ogni singola specie. Tra i metodi utilizzati vi sono stati l’utilizzo di fototrappola fissa (Apeman H55-H60 e Suntek HC-802) e di drone, ad esempio per il Daino.

Uno dei metodi maggiormente utilizzati è stato il censimento notturno con faro da veicolo, raccomandato per specie quali Lepre comune, Silvilago e Volpe (Trocchi&Riga, 2005).

I dati sono stati raccolti sia direttamente dagli autori, sia da operatori specializzati e formati (es: ricercatori faunisti, fotografi naturalisti, capicaccia di Aziende faunistiche, dipendenti pubblici, agenti delle forze dell’ordine, ecc..), sia da co- muni cittadini. Ogni dato è stato verificato (ad es. visionandone foto e filmati), uniformato e inserito in un foglio di calcolo Excel di Windows.

Area di studio

L’area di indagine ha riguardato il territorio della provincia di Rovigo – Polesine – ubicata nel Veneto meridionale, a cerniera tra il restante territorio regionale, l’Emilia Romagna settentrionale, la Lombardia orientale e il Mare Adriatico. Il territorio, completamente pianeggiante, è costituito da tre componenti principali: 1) fiumi e rete scolante superficiale: il Polesine è compreso tra Adige, Tartaro-Canal Bianco e Po, e presenta km di canali e fossi; ne risulta un reticolo di corsi d’acqua, interconnessi e boscati, e rivolti in direzione ovest-est, verso il mare; 2) agroecosistema: migliaia di ettari sono costituiti da seminativi, ove prevale la coltura intensiva di cereali e soia; siepi e boschetti sono molto rarefatti; 3) Delta del Po: sistema di zone umide, dune fossili boscate e piane di bonifica, a costituire un mosaico complesso, molto del quale interno ai siti della Rete Natura 2000 (Buffa&Lasen, 2010); comprende 8.000 ettari di Valli da pesca e da caccia salmastre (Verza&Trombin, 2012), 9.000 ettari di Sistemi lagunari costieri, con fragmiteti, grandi laghi, barene e scanni sabbiosi (Verza & Cattozzo, 2015), alcune migliaia di ettari di fiumi, con golene, isole e saliceti ripariali.

Risultati

Silvilago della Florida o Minilepre (Sylvilagus floridanus J. A. Allen, 1890)

I dati si riferiscono al periodo marzo 2017 – giugno 2022, e sono stati raccolti sia in maniera opportunistica, sia nell’ambito del Piano di eradicazione della specie, periodo 2018-2020 (decreto del Presidente della Provincia di Rovigo n. 40/16381 del 07/05/2018) e successive proroghe).

Nel periodo di tempo considerato, sono state raccolte 98 segnalazioni relative a 598 individui contattati; il 67% di questi sono stati osservati direttamente, l’1% si riferisce a carcasse da roadkill, mentre il 32% è relativo a soggetti abbattuti (per questa categoria sono stati considerati solo i dati del periodo luglio 2020 e marzo 2021) (Figura 2).

Il Silvilago della Florida, presente in maniera discontinua in Pianura Padana (Amori et al., 2008), ha in Veneto la sua principale popolazione nel Polesine orientale (Bon, 2017). Qui utilizza principalmente gli scanni costieri, i cordoni di dune fossili interne, le aste fluviali (argini e golene) e le aree coltivate. Il nucleo nel periodo di tempo considerato, sono state raccolte 98 segnalazioni relative a 598 individui contattati; il 67% di questi sono stati osservati direttamente, l’1% si riferisce a carcasse da roadkill, mentre il 32% è relativo a soggetti abbattuti (per questa categoria sono stati considerati solo i dati del periodo luglio 2020 e marzo 2021) (Figura 2).

Il Silvilago della Florida, presente in maniera discontinua in Pianura Padana (Amori et al., 2008), ha in Veneto la sua principale popolazione nel Polesine orientale (Bon, 2017). Qui utilizza principalmente gli scanni costieri, i cordoni di dune fossili interne, le aste fluviali (argini e golene) e le aree coltivate. Il nucleo introdotto sugli scanni, isolati dalla terraferma, vive in ambienti prettamente psammofili e in parte alofili (spiagge, dune bianche e dune grigie) con rada ve- getazione erbacea e pochi arbusti (Tamarix sp., Rubus sp.). Lungo il fiume Po, l’Adige e i canali di bonifica utilizza ampiamente i prati stabili arginali e le fasce arboreo-arbustive ripariali, costituite principalmente da saliceti. Particolarmente frequentate risultano le dune fossili poste ad ovest della SS Romea, costituite da prati aridi e macchie di pineta e lecceta. Recenti segnalazioni evidenziano la

penetrazione della specie anche all’interno dei complessi vallivi di Rosolina e Porto Viro. In ambiente agrario il Silvilago tende a frequentare aree con presenza di siepi, imboschimenti, anche in prossimità di corsi d’acqua.

Il fatto che tolleri bene la vicinanza con l’uomo fa sì che diverse segnalazioni provengano da giardini o da contesti urbani con abitazioni sparse come, ad esempio, nel centro urbano di Porto Viro.

L’analisi dei dati mostra come ben il 66% delle segnalazioni si riferisca all’agroe- cosistema, seguito dal 17% degli ambiti fluviali e dall’8% di quelli vallivi (Figura 1). Un’ipotesi suffragata da questi dati e da osservazioni sul campo suggerirebbe l’utilizzo delle arginature fluviali (vegetate a prati da sfalcio e quasi tutte all’in- terno del Parco Regionale) quale corridoio di colonizzazione di nuovi territori. Considerando l’estensione di queste tre tipologie in Polesine, è facile supporre una ulteriore rapida espansione della specie.

Da un punto di vista geografico la specie appare attestata soprattutto nell’Isola di Ariano, nell’entroterra di Rosolina e Porto Viro e nella parte meridionale del comune di Adria. È in atto un’espansione di areale, che riguarda sia l’asta del Po verso occidente nel Medio Polesine, sia le aste del Po verso il Delta centro-meri- dionale, sia il complesso vallivo, sia le aree agrarie dell’adriese. Il sito più occiden- tale sino ad ora raggiunto è a sud della località Beverare di Pettorazza Grimani. In alcuni siti particolarmente favorevoli può raggiungere densità elevate. Un censimento effettuato in orario notturno il 15 marzo 2017 nella zona di S. Basi- lio ha permesso il conteggio, in meno di due ore, di 83 esemplari. La superficie indagata, con la metodica del faro notturno su percorso lineare, è stata di 257,5 ettari, con una densità di 3,1 individui per ettaro.

Figura 1: Preferenze ambientali del Silvilago
f2 casistiche silvilago
Figura 2: Casistiche segnalazioni del Silvilago.
Figura 3: Censimento e prelievo del Silvilago nella ZRC di Ca’ Negra di Loreo.
f4 distribuzione
Figura 4: Distribuzione del Silvilago in provincia di Rovigo, anni 2017-22.
Figura 5: Silvilago nel Delta del Po (archivio Sagittaria)

Scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis Gmelin, 1788)

Da circa un decennio è presente una popolazione stabile di Scoiattolo grigio all’interno della città di Porto Viro e nelle aree limitrofe, nel Delta del Po. I dati qui presentati si riferiscono al periodo settembre 2009 – giugno 2022, e sono frutto di osservazioni opportunistiche. Il primo dato ufficiale di presenza si riferisce dunque al 2009, anche se la specie era sicuramente presente già in precedenza. A partire dal 2018 si è formato un secondo nucleo, in comune di Porto Tolle, in località Ca’ Venier. Più recentemente, nel 2020, la specie è stata segnalata anche nei comuni di Rosolina e Adria (Figura 7). Ai dati qui presentati va aggiunto il ritrovamento in precedenza di un esemplare morto lungo l’argine del Po di Venezia a Contarina (Porto Viro), conservato presso il Museo di Storia Naturale di Venezia G. Ligabue.

È in corso un fenomeno di espansione dell’areale, con probabile utilizzo dei rami del Po come corridoi di diffusione. La specie è ancora presente a basse densità, con un nucleo principale ben insediato anche in contesto urbano.

Per quanto riguarda le preferenze ambientali (fig. 6), lo Scoiattolo grigio è se- gnalato soprattutto all’interno di parchi e giardini (65% delle segnalazioni), e secondariamente nelle fasce di macchia mediterranea delle dune fossili (23%). La complessità ambientale del Delta del Po, con particolare riferimento alla presenza di vaste fasce arboreo-arbustive quali i saliceti ripariali, potrebbe permettere alla specie di espandersi rapidamente in un areale ben più vasto.

f6 preferenze scoiattolo
Figura 6: Preferenze ambientali dello Scoiattolo grigio.
t1-presenza-scoiattolo
Tabella 1: Dati di presenza dello Scoiattolo grigio in provincia di Rovigo, anni 2009-22.
f7 distribuzione scoiattolo
Figura 7: Distribuzione dello Scoiattolo grigio in provincia di Rovigo, anni 2009-22.
Figura 8: Scoiattolo grigio nel Delta del Po (F. Barbieri)

Istrice (Hystrix cristata – Linnaeus, 1758)

La specie ha mostrato negli ultimi anni uno spiccato fenomeno di colonizzazione che ha coinvolto anche il Veneto e il Polesine (Bon, 2001; Amori&Capizzi, 2002; Bon, 2017). I dati qui considerati coprono l’arco temporale 2015 – giugno 2022, e sono stati raccolti con modalità random.

Si osserva una sempre più significativa presenza della specie nel Delta del Po, con colonizzazione potenzialmente avvenuta dalla fascia costiera dell’Emilia Ro- magna (Donà, 2021). Ad ogni modo la specie appare oggi presente, in Polesine, ancora con basse densità.

In base alle 21 segnalazioni raccolte, non è possibile definire una preferenza ambientale per la specie. Le segnalazioni infatti si riferiscono spesso a contesti stradali e argini, e potrebbero essere riferiti a individui in dispersione.

t2-presenza-istrice
Tabella 2: Dati di presenza dell’Istrice in provincia di Rovigo, anni 2015-22.
f9 distribuzione istrice
Figura 9: Distribuzione dell’Istrice in provincia di Rovigo, anni 2015-22.

Lupo (Canis lupus Linnaues, 1758)

L’espansione del Lupo in Pianura Padana è fenomeno documentato e ancora in corso di studio

(https://www.lifewolfalps.eu). Da febbraio a giugno 2019 sono state raccolte alcune segnalazioni di individui non identificabili con certezza. In particolare un esemplare, avvistato più volte, fotografato e filmato nell’area del Delta del Po, anche a distanza ravvicinata, si avvicina al Lupo per fenotipo e comportamento. L’esemplare è stato osservato sia di giorno che di notte, in ambiente agrario.

È del maggio 2021 il ritrovamento di una carcassa di Lupo maschio travolto da un veicolo: l’esemplare è stato oggetto di analisi genetiche che hanno permesso di risalire al suo cluster originario delle Alpi venete.

A partire da aprile 2022 sono state raccolte nuove segnalazioni di presunti lupi nell’area del Delta del Po, nel Comune di Porto Tolle, più precisamente nell’Isola della Donzella e nell’Isola di Polesine Camerini. Il materiale fotografico illustra la presenza anche di due esemplari contemporaneamente, in ambiente agrario e di giorno. Anche in questo caso la qualità delle immagini non ha permesso di attribuire la specie con certezza. Il 3 luglio 2022 un esemplare è stato documen- tato da fototrappola al margine del Bosco della Donzella, impianto boschivo dell’estensione di 80 ettari posto lungo il margine occidentale della Sacca di Scardovari. Tale documento ha permesso di attribuire questo dato al Lupo. Suc- cessivamente, il 28 luglio, sono state raccolte altre immagini con fototrappola, in particolare di due esemplari insieme, apparentemente maschio e femmina giovani dell’anno precedente. In questo sito sono stati inoltre raccolti diversi escrementi, presumibilmente attribuibili alla specie per contenuto (peli, ossa, unghie e denti di nutria) e dimensione (fino a 30 cm di lunghezza e 4 cm di larghezza) da cui si è ottenuto materiale per le analisi tricologiche e genetiche, tutt’ora in corso. Il sito di presenza è costituito dall’area boscata descritta, da ampi latifondi col- tivati e da una estesa rete scolante superficiale; trattasi di un’area in cui vige il divieto di caccia (Zona di Ripopolamento e Cattura; Parco Regionale Veneto del Delta del Po), con abbondante presenza di Nutria (Myocastor coypus) e saltuaria presenza di Capriolo (Capreolus capreolus), specie che rientrano nella dieta del Lupo anche in siti della provincia di Ferrara (Lanzoni et al., 2022).

t3-presenza-canis
Tabella 3: Dati di presenza di “Canis sp” e Lupo in provincia di Rovigo, anni 2019-22.
Figura 12: Lupi a Ca’ Mello di Porto Tolle, 28/07/2022 (E. Donà).

Faina (Martes foina – Erxleben, 1777)

I dati si riferiscono al periodo maggio 2017 – giugno 2022. Dopo un lungo periodo di mancanza di dati (la specie nel recente passato era nota per alcune località del medio e alto Polesine; Verza, 2003) a partire dal 2017 si sono raccolti vari dati di presenza soprattutto per l’area del Delta centro-settentrionale e del badiese. Tale aumento di segnalazioni è da imputarsi sia ad un aumento della specie, sia all’utilizzo della tecnica del fototrappolaggio, tecnica appositamente attivata nei siti di segnalazione della specie. Difatti, durante il periodo di assenza di segna- lazioni non sono state rinvenute neppure carcasse lungo le strade, tipico segno nei territori ove la specie è presente.

La Faina viene segnalata in vari ambientali, con rinvenimento di esemplari osservati nei siti trofici e riproduttivi o travolti da veicoli: la rete fluviale del Po e dell’Adige, ove frequenta presumibilmente i saliceti ripariali; le dune fossili con macchia mediterranea; i margini delle Valli da pesca e da caccia. Per ogni segnalazione, i siti di rinvenimento presentano una significativa copertura arboreo-arbustiva, come osservato presso altri siti del Veneto (Bon, 2017; Spada et al., 2019). Il sito costiero di Valle Bagliona risulta di particolare interesse: alle fasce di pineta si alternano piccoli prati aridi, canali d’acqua sal- mastra, aree arbustive e decine di ruderi.

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Tabella 4: Dati di presenza di Faina in provincia di Rovigo, anni 2017-22.
Figura 13: Preferenze ambientali della Faina.
f14 distribuzione faina
Figura 14: Distribuzione della Faina in provincia di Rovigo, anni 2017-22.

Donnola (Mustela nivalis Linnaeus, 1766)

Rispetto ad un recente passato, la percezione è che vi sia stata una rarefazione della specie in provincia di Rovigo, così come osservato in altri contesti italiani. I dati raccolti nel periodo 2018-2022 rendono conto di quattordici segnalazioni, tutte concentrate nel settore orientale della provincia, in siti posti in prossimità di Valli e lagune, o in contesto agrario.

f15 distribuzione donnola
Figura 15: Distribuzione della Donnola in provincia di Rovigo, anni 2018-22.

Visone americano (Neovison vison – Schreber, 1777)

La prima segnalazione della specie in provincia di Rovigo è datata al 3 gennaio 2018, con un esemplare segnalato all’interno del giardino di un’abitazione pri- vata a Villadose; tale esemplare è stato successivamente rinvenuto morto (11 gennaio 2018) per impatto con veicolo, e depositato dall’Amministrazione Pro- vinciale al Museo di Storia Naturale di Venezia G. Ligabue. Vi sono poi alcune altre osservazioni, senza documentazione fotografica, sempre per lo stesso sito (ad es: 30 dicembre 2018), ma di cui esiste la fotografia di un esemplare in un fosso di campagna nel gennaio 2019. Per l’autunno 2019 si hanno almeno altre due segnalazioni, sempre per Villadose, una delle quali supportata da video, di esemplari presso tane collocate nei fossi di campagna.

Non è possibile stabilire l’origine di detti esemplari.

Tasso (Meles meles Linnaeus, 1758)

Sono state raccolte 65 segnalazioni per un totale stimato di 67 esemplari, rife- rite al periodo 2018 –2022, che derivano da osservazioni occasionali (carcasse, osservazioni dirette, fototrappolaggio).

Il Tasso è presente in tutto il territorio provinciale (fig. 17), con aree a minore densità e settori di maggior frequentazione; il Delta del Po, in particolare, mostra una presenza significativa di questo mustelide. La maggior parte delle segnala- zioni si riferisce all’agroecosistema (49%); gli altri ambiti risultano equamente rappresentati, con presenza anche all’interno dei complessi vallivi e delle dune fossili. Questa percentuale di occupazione territoriale rispecchia in una certa misura la copertura del suolo della provincia, a dimostrazione delle non ecces- siva specializzazione della specie per quanto riguarda la scelta dell’habitat; molti dati, difatti, si riferiscono ad aree con scarsa o nulla copertura arboreo-arbustiva, situazione tipica del Polesine.

Molti dati si riferiscono all’osservazione diretta di esemplari vivi (37%), anche se la maggior parte delle segnalazioni riguarda il rinvenimento di carcasse lungo le strade (57%).

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Figura 16: Preferenze ambientali del Tasso.
f17 distribuzione tasso
Figura 17: Distribuzione del Tasso in provincia di Rovigo, anni 2018-22.

Cinghiale (Sus scrofa Linnaeus, 1758)

Il primo dato certo di presenza in Polesine risale la 2016, e preclude alla for- mazione di un gruppo familiare di cinghiali presenti con continuità temporale all’interno della Zona di Ripopolamento e cattura di Villadose e aree limitrofe. Altre segnalazioni riguardano esemplari singoli o piccoli gruppi avvistati sia lungo il Po ad occidente (es: Melara, Bergantino, Castelnovo Bariano), sia lungo l’Adige (es: Ca’ Morosini di Lendinara). Altre segnalazioni prive di documentazione e il ritrovamento di una carcassa in sponda padovana (roadkill), evidenziano una certa frequenza lungo il fiume Adige, dal Polesine occidentale sino ad oltre Ro- vigo. A partire dal 2020 la specie è segnalata anche nell’area del Delta del Po, in ambiente prettamente agrario, vallivo e fluviale.

Il gruppo di Villadose viene regolarmente segnalato più volte l’anno (aprile e novembre 2016; aprile 2017; maggio e dicembre 2018; marzo e maggio 2019; marzo, aprile, luglio, agosto, settembre 2020; gennaio, febbraio, marzo 2021); segnalazioni presumibilmente riconducibili a questo gruppo riguardano un’areale compreso tra i confini con il Comune di Rovigo ad ovest, S. Martino di Venezze a nord e Adria verso est (Ca’ Emo, Orticelli); a sud pare non superare la strada statale Rovigo-Adria. È costituito da vari individui e di diverse età, in quanto nel corso del tempo sono stati avvistati giovani striati, segnalate impronte di varie dimensioni, abbattuto un maschio adulto dalla Polizia Provinciale di Rovigo, ritrovate due carcasse e fototrappolato una femmina adulta. Questi individui durante il giorno si riparano presso campi incolti, fasce boscate e una discarica naturalizzata. Sono stati segnalati nell’area danni alle colture agricole (cereali) e alla rete scolante superficiale (sponde di fossi danneggiate per attività di scavo della specie). Sono stati osservati guadare canali di bonifica quali il Ceresolo. La maggior parte delle segnalazioni (tab. 6) si riferisce ad osservazioni dirette, effettuate anche mediante fototrappola o smartphone. Trattasi quasi sempre di individui singoli, adulti; in un caso, a Moceniga, è stato osservato un gruppo costituito da 4-5 esemplari, e in due casi sono stati osservati 2 esemplari con- temporaneamente (Orticelli; S. Martino di Venezze).

Il 61% delle segnalazioni si riferisce ad osservazioni dirette, il 29% a segni di presenza (impronte), mentre solo il 10% a carcasse (2 esemplari investiti da veicoli; 1 carcassa in avanzato stato di decomposizione; 1 es. abbattuto dall’Am- ministrazione Provinciale).

La presenza della specie nella pianura veneta è nota (Bon, 2017) e viene ritenuta potenzialmente impattante sia nei confronti della biodiversità che delle produ- zioni agricole (Riga et al., 2011).

La tabella seguente riporta le segnalazioni ad eccezione di quelle relative al nucleo di Villadose.

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Figura 18: Casistiche segnalazioni del Cinghiale.
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Tabella 6: Dati di presenza del Cinghiale in provincia di Rovigo, anni 2016-21 (escluso il sito di Villadose).
f19 distribuzione cinghiale
Figura 19: Distribuzione del Cinghiale in provincia di Rovigo, anni 2016-22.
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Figura 20: Cinghiale travolto da veicolo, Porto Levante, Delta del Po (archivio Sagittaria)

Cervo (Cervus elaphus – Linnaeus, 1758)

Nel biennio 2018-19 sono pervenute tre segnalazioni correlate da fotografie e video effettuati con telefoni cellulari, grazie ai quali è stato possibile attribuire tali osservazioni alla specie in oggetto.

Una prima segnalazione è stata effettuata a Villamarzana, nel Polesine occiden- tale, con un esemplare in alimentazione durante il giorno in ambiente agrario. La seconda riguarda un esemplare adulto fotografato a distanza ravvicinata al margine del paese di Ariano nel Polesine, nel Delta del Po. La terza, dell’autunno 2019, riguarda un individuo maschio in spostamento filmato durante il giorno a S. Bellino, sempre nel Polesine occidentale.

In tutti i casi trattasi di esemplari adulti, due su tre maschi, presenti in spazi aperti in contesto agrario, due nel Polesine occidentale e uno nel Delta del Po. la presenza di individui di questa specie è già stata osservata in aree di pianura del Veneto (Bon, 2017).

Daino (Dama dama Linnaeus, 1758)

Nel 1972 un gruppo di 6 esemplari è stato rilasciato all’interno dell’Isola di Albarella, un’area privata ubicata in comune di Rosolina. I dati di censimento effettuati nel corso degli anni da personale dell’Isola di Albarella, dalla Polizia Provinciale di Rovigo e dall’Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria di Rovigo, rendono conto di un progressivo aumento della specie nell’area del Delta del Po (70 indd. nel 1991; 100 indd. nel 1993; 140 indd. nel 2003; 164 indd. nel 2005; 254 indd. nel 2008; 254 indd. nel 2017). Recenti indagini hanno portato ad un censimento più accurato della specie, in particolare per le annate 2018 e 2019 (tab. 8). I censimenti sono stati effettuati con la collaborazione di più soggetti, anche mediante l’effettuazione di censimenti in battuta.

Il nucleo principale è attestato all’interno dell’Isola di Albarella, in particolare nell’area dei campi da golf. Gruppi secondari sono presenti in altri settori del Comune di Rosolina, mentre sempre più spesso vengono rilevati esemplari in altre aree del Delta (es: primavera 2021: 2 indd tra Adria e Cavarzere; 16/07/2022: 1 ind. a Ca’ Mello). Anche i piccoli nuclei esterni ad Albarella pare siano in fase di incremento, come ad esempio in Valle Segà, in cui, da circa 5 esemplari del 2019, oggi se ne contano 25.

In tutto il territorio la specie frequenta diverse tipologie ambientali (tab. 7): a) aree verdi antropizzate (campi da golf, parchi, giardini privati); b) piccoli imbo- schimenti in ambiente agrario; c) dune fossili con macchia mediterranea e pinete litoranee; d) scanni con vegetazione psammofila; e) Valli da pesca e da caccia.

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Tabella 7: Dati di presenza di Daino in provincia di Rovigo, anni 2009-10.
Tabella 8: Dati di presenza di Daino in provincia di Rovigo, anni 2018 e 2019.
Figura 21: Distribuzione del Daino in provincia di Rovigo, anni 2010-22.
Figura 22: Daini nei campi da golf di Albarella, Delta del Po (archivio Sagittaria)

Capriolo (Capreolus capreolus Linnaeus, 1758)

La presente analisi riguarda il periodo compreso tra il 2007 e il mese di luglio 2022, con un totale di 94 segnalazioni relative a 130 individui. Il primo dato ufficiale di presenza del Capriolo in Polesine risale all’anno 2007, ma è probabile che la specie fosse presente già da qualche anno, in base a segnalazioni non ben docu- mentate (Figura 23). In quel periodo la specie ha mostrato un marcato fenomeno di espansione, con una probabile direttrice ovest – est. Il maggior numero delle segnalazioni si riferisce al territorio posto ad ovest della città di Rovigo, e tra i primi comuni di ritrovamento della specie si hanno difatti Bergantino, Melara e Badia Polesine. È quindi probabile che singoli individui (soprattutto maschi in base ai primi dati raccolti) abbiano utilizzato come corridoi di espansione sia il Po che l’Adige. La prima osservazione nel Delta del Po data al 2017, dopo dieci anni dalla prima segnalazione polesana.

Dal 2007 al 2015 la presenza del Capriolo è stata sporadica, con circa 1 segnalazione all’anno. Dal 2016 si è avuto un progressivo incremento delle osser- vazioni, fino ad arrivare alle 30 segnalazioni dell’anno 2020. Sempre dal 2016 si sono osservate anche femmine con piccoli e giovani dell’anno, a conferma della presenza ormai stabile della specie (tab. 9). Per quanto riguarda la composizione delle osservazioni, il 79% si riferisce a individui singoli, il 15% a gruppi di due, il 5% a gruppi di tre, e un caso di un gruppo più numeroso.

Ben l’81% degli individui censiti si riferisce ad osservazione diretta di esemplari vivi, mentre solo il 13% al ritrovamento di carcasse per investimento su strade (fig. 24).

Per quanto riguarda le preferenze ambientali, il Capriolo appare perfettamente adattato al paesaggio polesano e in grado di utilizzarne tutte le tipologie di co- pertura del suolo: il 70% delle segnalazioni si riferisce all’agroecosistema (campi di cereali, medicai, strade rurali, siepi, boschetti), il 18% ad aree fluviali (golene, argini, boschi ripariali), l’8% ad aree fortemente urbanizzate (es: centro urbano di Lendinara, periferia di Rovigo, giardini e parchi di Polesella), mentre gli ambiti delle dune fossili e delle Valli al momento risultano essere ancora poco utilizzati. È inoltre probabile che la frequentazione dell’ambiente fluviale sia decisamente superiore rispetto a quanto rilevato, ma in tale tipo di contesto la specie è più difficile da osservare a causa della fitta copertura vegetale.

Dai dati qui analizzati emerge come la provincia di Rovigo sia vocata per una presenza capillare del Capriolo; la specie è ancora in una fase di netta espansio- ne, sia numerica che territoriale, tenuto conto dei seguenti fattori: a) possibilità di colonizzazione di ampi settori del territorio del Delta del Po, ove è peraltro presente il Parco Regionale e la densità abitativa è bassa; b) specie non cacciabile in provincia di Rovigo. La specie, inoltre, non è al momento percepita come dannosa all’agricoltura del Polesine, data la scarsa presenza di frutteti e la quasi totale assenza di vigneti; colture potenzialmente sensibili al danno potrebbero diventare, tuttavia, le orticole specializzate.

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Lavori – Società Veneziana di Scienze Naturali – vol. 48 (2023): 47 – 68 65 Tabella 9: Gruppi familiari, Capriolo, provincia di Rovigo.
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Figura 23: Segnalazioni di Capriolo in provincia di Rovigo, anni 2007-2021.
Figura 24: Casistiche segnalazioni del Capriolo.
Figura 25: Preferenze ambientali del Capriolo.
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Figura 26: Distribuzione del Capriolo in provincia di Rovigo, anni 2007-22.
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Figura 27: Capriolo fototrappolato a Polesine Camerini, Delta del Po (E. Donà)

Discussione

I dati qui riportati evidenziano una situazione piuttosto dinamica e decisamen- te in linea con quanto in corso nel resto della Pianura Veneta (Bon, 2017). In particolare, la complessità ambientale del Delta del Po potrebbe portare ad un rapido insediamento stabile e aumento di densità per specie ancora presenti in maniera sporadica, fra cui il Cinghiale e il Lupo.

Le indagini svolte non hanno portato al rilevamento di due specie invece presenti in provincie limitrofe (Bon, 2017; Paolucci&Bon, 2022): la Puzzola (Mustela putorius) è assente dal territorio del Polesine da diversi decenni (Verza, 2003) e non rilevata neppure con la presente indagine; è nota la sua assenza anche nella parte settentrionale della confinante provincia di Ferrara (Donà, 2021). Nessun dato neppure per lo Scoiattolo comune (Sciurus vulgaris), specie presente lungo la sfascia costiera della limitrofa provincia di Venezia (Bon, 2017). Scomparso, invece, il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), precedentemente rilevato (Verza, 2003).

Ringraziamenti

Si ringraziano in particolare l’Ufficio risorse faunistiche – Caccia della Provincia di Rovigo, oggi Regione Veneto, i Carabinieri Forestali di Rovigo, la Polizia Provinciale di Rovigo, gli Ambiti Territoriali di Caccia RO01, RO02, RO03, la Comunione Isola di Albarella, l’Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria. Un sentito ringraziamento per la collaborazione a Crepaldi Maurizio, Veronese Luca, Vicentini Enrico, Zappaterra Michele, Zappaterra Gianluca, Frigato Matteo, Carnacina Lorenzo, Pavarin Silvano, Bernardelli Luca, Schibuola Du- glas, Baccaglini Pierluigi, Zemella Umberto, Pavan Angelo, Tocchetto Giorgio, Baretta Maria Vittoria, Barbieri Andrea, Barbieri Antonio, Veronese Francesco, Malavasi Carlo, Penini Niky, Ferrari Elena.

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