Siti riproduttivi dello smergo maggiore, Mergus merganser, Linnaeus,1758, presso il corso del Piave.

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Riassunto

Lo smergo maggiore ha nidificato nel Veneto per la prima volta nel 1996, in provincia di Belluno; successivamente ha evidenziato una costante fase di espansione. In Veneto il più importante sito rimane ancora il medio corso del Piave. In tale area è stato indagato in periodo riproduttivo tra gli anni 1996 e 2018; in questo lavoro si riportano alcuni dati relativi ai siti riproduttivi utilizzati. Viene evidenziata la forte preferenza per le cavità poste sulle pareti rocciose che fiancheggiano il fiume, ma anche la nidificazione sotto l’arcata di un ponte e nel tetto di una abitazione privata poco frequentata.

Abstract

Breeding sites of Goosander, Mergus merganser, Linnaeus, 1758, around the Piave River.
The Goosander has nested in Belluno province (Veneto region, NE Italy) since 1996 and subsequently has shown a steady expansion phase. In Veneto the most important site remains the middle course of the Piave River, between the provinces of Belluno and Treviso. In that area the Goosander has been investigated mainly during the breeding season (years 1996-2018); in this paper are reported some data on the breeding sites used. The strong preference for cavities located on the cliffs bordering the river is highlighted, but is also reported a nesting event under a bridge and one below the roof of a private house.

Introduzione

Lo smergo maggiore Mergus merganser è una specie nidificante in Italia dal 1996; le prime riproduzioni in Veneto si sono verificate presso il Lago del Corlo (Ar- siè, Belluno) e successivamente lungo il corso medio superiore del fiume Piave (ZENATELLO et al., 2009). Nel 2003 sono state rilevate anche le prime coppie nidificanti, sempre lungo il corso del Piave, in provincia di Treviso (MARTIGNAGO et al., 2005). Attualmente, pur a fronte della sua continua espansione non sono ancora mai stati pubblicati dati certi inerenti alle nidificazioni nel Veneto, ed in particolare ai siti utilizzati, a parte la riproduzione avvenuta in cassette nido nel 1999 e 2000 presso il Lago del Corlo, dove però il fenomeno non si è più verificato in seguito (ZENATELLO et al., 2009).

In questo lavoro si elencano i risultati di osservazioni effettuate assieme ad alcuni collaboratori che testimoniano la frequentazione in fase riproduttiva di particolari siti scelti per la deposizione e la successiva fase di cova. È noto infatti che successivamen- te, a seguito della schiusa delle uova che avviene in maniera sincrona, i pulli ancora coperti dal piumino sono stimolati dal genitore ad abbandonare il sito riproduttivo per portarsi sul corso d’acqua più vicino dove trovano riparo e soprattutto prede catturate dalla madre. Il maschio invece, dopo aver fecondato la femmina ed averla accompagnata al nido, ricerca altre partner disponibili, abbandonando la precedente che si dedica esclusivamente alla cova ed al successivo allevamento della prole.

Materiali e Metodi

Le osservazioni svolte lungo il corso del Piave, a partire dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso fino al 2019, hanno permesso di seguire con una buona regolarità l’attività riproduttiva dello smergo maggiore. L’area di indagine comprendeva il tratto posto a valle della diga di Busche fino il margine superiore del Montello, poco oltre il ponte di Vidor per una lunghezza di circa 31 km.

Le osservazioni sono state svolte soprattutto da un tratto della strada provinciale 1 bis, lungo la sponda sinistra del Piave, dove grazie all’impiego di binocolo e cannocchiale è stato possibile seguire le fasi di formazione delle coppie, gli accop- piamenti e le successive occupazioni di cavità in pareti rocciose poste a margine del fiume. In diversi casi, dato il difficile avvicinamento ai siti occupati, posti a notevoli altezze dal suolo, le nidificazioni sono state confermate dal ritorno al sito della femmina che abbandonava il nido per tempi brevi per alimentarsi. In alcuni casi l’osservazione ripetuta della femmina che si affacciava all’entrata della cavità è stata usata come indizio certo di occupazione.

In alcuni casi queste osservazioni sono state accompagnate dall’abbandono dei pulli del sito riproduttivo e il loro successivo trasferimento verso il corso del Piave. In poche occasioni queste fasi di trasferimento sono state seguite mediante osservazioni personali, in altri invece sono state documentate dal ritrovamento delle spoglie dei pulli travolti dal traffico mentre cercavano di attraversare la strada provinciale che dalle pareti li separava dal corso del Piave.

Risultati

In ordine geografico procedendo lungo il corso del Piave verso sud, si riportano le osservazioni inerenti ai siti riproduttivi (Fig. 1). Ad ogni area si aggiunge un codice di nidificazione, come da quanto indicato nella formulazione degli Atlanti degli Uccelli Nidificanti in Italia (www.Ornitho.it).

Maggio 2005, pareti orientali del monte Miesna (località Rive, Feltre) poste in affaccio al corso del Piave. In questo sito per due anni successivi, nel 2005 e 2006, una-due coppie si sono riprodotte dentro fori molto ampi posti sulle pa- reti ad una altezza di 20-25 metri da terra. Nel corso del 2005 è stato osservato l’accoppiamento ripetuto di un maschio con una femmina che sostava sul greto del fiume. In seguito si sono alzati in volo ed il maschio sembrava invitare la femmina a seguirlo verso la parete rocciosa con la cavità distante alcune centinaia di metri dal corso d’acqua.

Dopo alcuni passaggi vicino alla parete, la femmina si è fermata ed ha preso possesso di una cavità. Contemporaneamente a pochi metri di distanza, da una cavità vicina, si affacciava una seconda femmina, pro- babilmente già in cova. Entrambe poi scomparivano all’interno mentre alcuni giorni dopo le due femmine si affacciavano per controllare la situazione attorno alla parete. L’avvenuta riproduzione è stata confermata dal fatto che per diversi giorni, con l’impiego del cannocchiale nelle ore mattutine, si potevano osservare parzialmente le due femmine in cova. Nel 2016 è stata occupata una sola cavità; in seguito l’evento sembra non essersi più verificato.

Nidificazione certa, codice 18. Maggio 2016, pareti della cava di Scalon (Quero Vas). Osservati anche in questo caso i voli di accompagnamento di un maschio che invitava la femmina ad occu- pare una cavità posta a notevole altezza sopra la cava (100-150 m.). In seguito un operaio che lavorava presso il sito estrattivo comunicava che una nidiata di circa otto pulli era stata travolta da un camion mentre scendeva dal sito verso la strada provinciale. Nidificazione certa, codice 14.

Aprile/maggio 2014, pareti sopra la strada provinciale, in prossimità della gal- leria, posta tra Scalon e Vas. Si tratta di una serie di balze rocciose, intervallate da aree boschive che dal fondo valle si ergono per centinaia di metri quasi a perpendicolo sopra la sede stradale. Anche in questo sito si è potuto osservare il volo di accompagnamento di un maschio con una femmina fino alla desti- nazione finale rappresentata forse da una cavità o da una cengia non rilevata a causa dell’inaccessibilità del sito. Nei giorni successivi, in fase di cova, in due occasioni è state seguita una femmina che dopo essersi alimentata nel greto del Piave, scompariva sulle stesse cenge dove probabilmente aveva il nido. Anche in questo caso la riproduzione sembra essere stata successivamente compromessa perché sono stati trovati tre pulli morti sulla strada (MARTIGNAGO, com. pers.). Nidificazione probabile, codice 7.

fig1 mappa nidificazione
Fig. 1 – Elenco dei siti riproduttivi rilevati nel corso delle indagini:
1)Monte Miesna (Località Rive);
2)Cava a Scalon;
3)Pareti sopra Gallerie tra Scalon e Vas;
4)Vas;
5)Bigolino;
6)Ponte sul Piave a Vidor.

Giugno 2016, abitato di Vas. Una femmina con sei pulli ha sostato per alcune ore dentro le vasche del torrente Fium, che dopo un breve corso, dalla sorgente affluisce al Piave. La nidificazione è avvenuta in una parete posta sopra la stessa sorgente ad un centinaio di metri di distanza. I pulli dopo alcuni giorni seguivano la madre lungo il torrente fino al Piave, evidenziando forti capacità di nuoto e di immersione. Nidificazione certa, codice 14.

27 maggio 2020, Bigolino (Valdobbiadene). Da un filmato fornito dall’amico R. Costa, si è potuta accertare la nidificazione sul tetto di un’abitazione poco frequentata, forse all’interno di un camino. Dal video si notava una femmina con due pulli muoversi agitata su un prato antistante l’abitazione, chiamando verso l’alto. Di seguito arrivavano, quattro giovani in successione. Successivamente la femmina si allontanava tra la siepe e la vegetazione verso il corso sottostante del Piave. Nei giorni successivi, probabilmente la stessa nidiata, ridottasi a cinque pulli, si muoveva lungo il corso del fiume, dove i giovani seguivano la madre in fase di caccia. Nidificazione certa, codice 13.

Maggio 2016 e 2017, ponte di Vidor. Le segnalazioni pervenute sempre da R. Costa, hanno confermato la nidificazione in due annate successive di due o for- se tre femmine tra le arcate sottostanti il ponte stradale che supera il Piave. In più occasioni sono state osservate delle femmine portarsi sotto il ponte per poi rifugiarsi in un settore poco accessibile, per scomparire dentro fori il cui interno non era rilevabile a distanza. Nelle settimane successive nel Piave in prossimità di questo sito erano presenti nidiate di cinque fino a 13 giovani che seguivano la madre. Nidificazione certa, codice 14.

Discussione

Dalle numerose osservazioni effettuate è possibile confermare le modalità ripro- duttive dello smergo maggiore, già note in letteratura per altri paesi d’Europa (CRAMP, 1977). Anzitutto i due partner della coppia hanno un legame molto labile tanto che dopo gli accoppiamenti e la scelta del sito riproduttivo la femmina cura in esclusiva le fasi successive ossia la cova, l’allontanamento dal nido dei giovani implumi appena nati, il trasferimento verso il corso d’acqua più vicino, in questo caso il Piave, e tutte le attività di svezzamento fino alla loro raggiunta indipendenza. In tutte queste fasi il maschio è del tutto assente.

Tra tutti i casi di nidificazione riportati, solo uno è risultato probabile data l’e- strema lontananza dal punto di osservazione e soprattutto per l’impossibilità di avvicinarsi al sito causa lavori in corso. In tutti i casi i nidi erano posti a notevoli altezze dal suolo, comprese tra poche decine di metri e in un caso più di un cen- tinaio. Dove le altezze risultavano elevate, i pulcini potevano ridurre l’impatto sul terreno grazie alla presenza di settori intermedi, formati da cenge o cespugli, che riducevano in parte i dislivelli di caduta.

Rispetto a tali modalità di nidificazione, non è chiaro perché la specie scegliesse siti così lontani dal corso d’acqua, quando in molti tratti le sponde erano bor- date da massicciate rocciose artificiali, idonee alla nidificazione e di più facile accesso, confinanti con il corso del Piave. Una delle ipotesi più plausibili è che tale modalità riproduttiva costituisca una strategia di difesa per ridurre il rischio di predazione delle uova. Tutta l’area del Piave, infatti, nel tratto compreso tra Belluno e Ponte di Piave, negli ultimi due decenni ha visto la progressiva diffu- sione del visone americano Neovison vison, a seguito della liberazione di alcune migliaia di individui da un allevamento posto a margine del fiume Piave in Co- mune di Valdobbiadene. La sua presenza ha determinato un’evidente riduzione delle anatre germanate nidificanti presso le sponde e di quelle svernanti. Nel contempo date le modalità di caccia e controllo delle sponde fluviali adottate dal visone americano, la sua presenza potrebbe aver indotto lo smergo maggiore a scegliere siti riproduttivi più sicuri, posti ad altezze elevate su pareti rocciose.

Ringraziamenti

Gran parte delle indagini sono state svolte assieme all’amico Gianfranco Mar- tignago. Si sono concluse nel 2018 a seguito della sua prematura scomparsa. Un ulteriore fondamentale contributo è stato dato da Roberto Costa che ha gentilmente messo a disposizione i dati raccolti.

Bibliografia

CRAMP S., 1977. (Editor) Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa. Vol 1: Ostrich to Ducks. Oxford University Press, Oxford.

MARTIGNAGO G., MEZZAVILLA F., SILVERI G., 2005. Nuova area di nidificazione dello Smergo maggiore Mergus merganser in Veneto. Natura Vicentina 7:197-199.

ZENATELLO M., BASSO S., RASI S., TORMEN G., 1997. Prima nidificazione di Smergo mag- giore Mergus merganser in Italia. Riv.Ital. Orn. 66: 207-210.

ZENATELLO M., BORDIGNON L., VENTOLINI N., UTMAR P., VIGANÒ E., 2009. Lo smergo maggiore Mergus merganser nidificante in Italia: 1996-2008. Alula 16:491-496.

Autore

  • Francesco Mezzavilla

    Laurea in Scienze Biologiche presso Università di Padova. Ha collaborato con Istituti di Ricerca, Musei, Associazioni ed Enti Pubblici svolgendo indagini e consulenze in campo ambientale. Ha all’attivo circa 150 pubblicazioni a carattere faunistico ed in particolare ornitologico, teriologico e da pochi anni mirmecologico. Uccelli e mammiferi rappresentano due importanti settori di indagine. In particolare svolge indagini a lungo termine su alcune specie target. • Biologia riproduttiva della Civetta capogrosso in area alpina (32 anni di indagini) • Monitoraggio della migrazione dei rapaci sopra i Colli Asolani (28 anni) • Monitoraggio dei Passeriformi migratori sopra il Valico Montano del Monte Pizzoc (Fregona-Vittorio Veneto)(16 anni). • Indagini sulle formiche del Veneto (settore orientale). Socio della Svsn dal 1980, dal 1991 è componente del Comitato di Redazione della rivista Lavori.

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