Molluschi della torbiera inattiva di Palughetto e di altre zone umide della Foresta del Cansiglio (Veneto – Italia)

Attività SVSNZoologiaMolluschi della torbiera inattiva di Palughetto e di altre zone umide della...

Riassunto

Vengono riportati i risultati di un’indagine malacologica condotta nelle zone umide (torbiere, ex torbiere e pertinenze delle “lame”) della Foresta del Cansiglio. L’inventario comprende 49 specie di molluschi, in gran parte presenti nella torbiera inattiva di Palughetto, igrofile esclusive di ambienti terrestri umidi, alcune sono di notevole interesse faunistico e rare per la malacofauna italiana. Cochlodina dubiosa, Limax giovannellae, Discus perspectivus e Columella aspera (prima segnalazione per il nord Italia) risultano nuove per la regione Veneto, inoltre è di notevole interesse la presenza di Vertigo (Vertilla) angustior, specie in lista rossa. (neuBert et al., 2020).

Abstract

Molluscs from the inactive peat bog of Palughetto and other wetlands of the Cansiglio forest (Veneto – Italy).
The results of a malacological survey conducted in wetlands (bogs, former bogs and around ponds) of the Cansiglio Forest are presented. Fourty nine species have been recorded. Of these, Cochlodina dubiosa, Limax giovannellae, Discus perspectivus and Columella aspera (first record for northern Italy), were previously unknown for the Veneto region. The presence of the Red List species Vertigo (Vertilla) angustior is also of considerable interest.

Introduzione

Il bosco del Cansiglio è stato oggetto nei decenni recenti di ricerche malacologiche Giusti et al. (1985); Bank (1985); Maassen (1987); Dalfreddo (2004 a, 2004 b), ma le conoscenze sono ancora lacunose, soprattutto per biotopi peculiari come le torbiere e in genere le zone umide. Il presente studio intende colmare almeno parzialmente questa mancanza riferendo i risultati di una recente indagine faunistica condotta in tali biotopi.

Area di studio (Borsato)

Cenni geografici e climatici

Il Cansiglio è la porzione più occidentale delle Prealpi Venete-Friulane e fa parte del massiccio del Cansiglio-M.Cavallo (cancian et al., 1985). Dal punto di vista amministrativo appartiene alla Regione Veneto, alle province di Belluno (comuni di Alpago e Tambre) e Treviso (comuni di Fregona e Vittorio Veneto) (Buffa & laSen, 2010). Esso ha la forma di un ampio catino, geomorfologicamente riconducibile a un polije, risultante dalla fusione di unità carsiche minori (uvala): Pian Cansiglio, Pian di Valmenera, Campedei, Pian delle Code; il punto più basso si ha in Cornesega-Campedei (898 m s.l.m.) (De Nardi, 1978). L’ area è protetta ai sensi delle Direttive Habitat e Uccelli ed è designato Zona Speciale di Conservazione della Regione biogeografica alpina (ZSC IT 3230077) e come tale fa parte di Rete Natura 2000. Questa ZSC ha una superficie di ha 5060 e una altitudine media di 1189 m s.l.m.. Essa confina a E con la ZSC IT 3310006 “Foresta del Cansiglio”, Regione Friuli-Venezia Giulia. Dal punto di vista climatico è caratterizzata da precipitazioni che, per quasi tutto l’anno, sono superiori a 100 mm/mese; le temperature sono tendenzialmente basse, con la media del mese più caldo di 15,5°C e quella del mese più freddo di -3,7°C; le gelate, tra quelle sicure e quelle probabili, possono avvenire quasi tutto l’anno tranne che in luglio: ciò è dovuto alla caratteristica forma a catino dell’altopiano del Cansiglio dentro cui viene trattenuta l’aria fredda che scende dai versanti. In base alla classificazione dei climi di Walter e Lieth (Walter & lieth, 1960), il macroclima dell’area di studio è definito umido, con stagione fredda, montano (Borsato, 2016).

Le lame della Foresta del Cansiglio

In Cansiglio, grazie al suo substrato carbonatico, è molto attivo il fenomeno carsico e, tra le forme più diffuse, ci sono le doline: il residuo della dissoluzione delle rocce è piuttosto abbondante e rimane sul posto, accumulandosi sul fondo delle doline e rendendolo impermeabile. L’acqua piovana si accumula formando delle pozze d’acqua rotondeggianti di origine naturale: le “lame” o “lamarazzi” (DE NARDI, 1978). Esistono inoltre pozze simili scavate artificialmente. Il livello dell’acqua delle lame è molto variabile in funzione delle condizioni meteoclima- tiche; d’estate, in periodi di siccità, alcune si prosciugano. Con il perdurare del fenomeno carsico nel fondo della lama si apre un pertugio e l’acqua scompare. Perciò le lame hanno tutte carattere temporaneo. Esse inoltre sono di piccole dimensioni e hanno un elevato tenore di nutrienti dovuto all’apporto di sostanza organica da parte degli animali al pascolo. Nonostante questi fattori che le rendo- no fragili nel tempo, le lame sono ricche di biodiversità e sono pressoché l’unica forma di idrografia superficiale in Cansiglio. La loro struttura è generalmente costituita da uno specchio d’acqua al centro, una zona ripariale e una fascia umida esterna. Per una descrizione dettagliata di 17 lame, sia della prateria che della foresta, si veda BORSATO (2022). Molte lame con il tempo si sono inerbite e sono scomparse. Per poche di esse l’evoluzione è avvenuta in un’altra direzione: si sono trasformate in torbiere come il Lamaraz e la torbiera del Centro di Eco- logia (BORSATO, 2016). Per approfondimenti circa la flora vascolare, briofitica e fungina si vedano: BIZIO & BORSATO (2016), BORSATO (2017), SCORTEGAGNA & BORSATO (2016).

La Torbiera inattiva di Palughetto

La torbiera inattiva di Palughetto è posta all’estremità settentrionale dell’altopia- no del Cansiglio e rappresenta un’eccezione nel quadro geologico delle Prealpi orientali calcaree. Durante l’ultima glaciazione una lingua laterale del ghiacciaio del Piave si insinuò in questa zona (già allora costellata di doline) e qui depositò sedimenti molto fini che ne impermeabilizzarono il fondo. Quando il ghiacciaio si ritirò, depositò qui due cordoni morenici che crearono per sbarramento un piccolo lago (250 x 300 m) poco profondo (fino a circa 6 m) all’interno del quale fu attiva la formazione di torbe ricche in pollini e resti vegetali, tanto da per- mettere di ricostruire la successione delle vegetazioni di quei periodi. All’inizio dell’Olocene, a causa dell’effetto “gruviera” del fenomeno carsico, la torbiera si prosciugò (PERESANI & RAVAZZI, 2009), divenendo inattiva. Attualmente nella torbiera sono presenti 4 associazioni vegetali:

Caricetum elatae W. Koch 1926,

Filipendulo ulmariae-Menthetum longifoliae Zlinská 1989 (habitat Natura 2000: 6430),

–Popolamento ad Alnus incana (habitat Natura 2000: 91D0*),

–Torbiera boscata ad abete rosso (habitat Natura 2000: 91D0*, sottotipo 44.A4).

Studi precedenti condotti in quest’area hanno censito 128 specie di piante va- scolari, 25 di briofite, 98 di macromiceti (BORSATO, 2018).

zone umide
Fig. 1: Localizzazione delle zone umide all’interno della ZSC “Foresta del Cansiglio”, in giallo i siti in
cui sono state trovate specie di molluschi, in rosso quelli dove invece non ne sono state rilevate (foto di Veneto Agricoltura, rielaborazione di V. Borsato)
Fig. 1: Localization of wetlands inside the ZSC “Cansiglio Forest area”,
in yellow the sites where species of molluscs have been found. In red those where instead no species was found (Pictures of Veneto Agricoltura, reprocessed by V. Borsato)

Materiali e Metodi

L’area esaminata della piana e della foresta del Cansiglio rientra nella provincia di Belluno. Si sono prese in considerazione l’insieme delle lame e delle zone umide. L’indagine di campo si è svolta nel periodo compreso fra giugno 2018 e settembre 2020, è stata rivolta alla raccolta sia di molluschi vivi che di sole conchiglie. Le specie di maggiori dimensioni sono state raccolte manualmente, limitandosi ai pochi individui necessari per le attività di identificazione e documentazione. Per la raccolta delle specie di piccole dimensioni si è utilizzata la setacciatura, con maglie da 2 mm² e da 1 mm², di campioni di substrati come, terriccio, lettiera di latifoglie, legni marcescenti, cortecce al suolo, nonché sedimenti per le specie dulcicole. La identificazione certa di alcune specie ne ha richiesto la dissezione. Gli esemplari destinati alla dissezione sono stati posti in alcool etilico al 70% e successivamente ne sono stati estratti i genitali mediante pinzette a punta fine; i disegni sono stati eseguiti con l’ausilio di una camera lucida montata su stere- omicroscopio. Il materiale è depositato in raccolta di uno degli autori e verrà proposto l’allestimento di una bacheca informativa nella sede del Giardino Botanico “Lorenzoni” presso la Piana del Cansiglio. Le fonti bibliografiche in- dicate nell’elenco sistematico riportano per ogni specie, in ordine cronologico, le citazioni pertinenti la provincia di Belluno. La distribuzione globale è solitamente espressa in termini di categorie corologiche da Vigna Taglianti et al. (1993, 1999). Per ogni specie viene riportata la classificazione IUCN secondo Neubert etal., 2020. LC= leastconcern, VU= vulnerable, DD= datadeficent.

tab1-siti-oggetto-studio
Tab. 1. Siti oggetto del presente studio. I nomi delle località e le coordinate UTM sono tratti dalla cartografia dell’IGM in scala 1:25.000, fogli Puos d’Alpago 23 II NE serie M 891 ed.5, Bosco del Cansiglio 23 II SE, ed 5.
Tab. 1. Details of the investigated sites. (codes municipality, province, altitude, kilometer coordinates UTM 50, environmental typology, substrates). Names of the locations and coordinates UTM from cartography IGM, ratio scale 1:25.000, map shets; Puos d’Alpago 23 II NE serie M 891 ed.5, Bosco del Cansiglio 23 II SE, ed 5.

Tab. 2. Distribuzione delle specie presenti per ciascuna stazione; *solo nicchi;
°  areale più ristretto rispetto al corotipo;
°°  areale limitatamente più esteso rispetto al corotipo.

Tab. 2. Distribution of the species present for each station; *only shells;
°  onlyshells; smaller range than the corotype;
°°  range limitedly more extensive than the corotype.

Risultati

Elenco sistematico annotato delle specie

GASTROPODA PULMONATA ARCHAEOPULMONATA

Famiglia LYMNAEIDAE Rafinesque, 1815

1 – Galba (Galba) truncatula (O.F. Müller, 1774)

Limneus minutus: Massalongo (1860)

Lymnaea truncatula: HESSE (1914); DECET et al. (2001)

Lymnaea (Galba) truncatula: PEZZOLI et al. (1975)

Galba truncatula: MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); MARCUZZI (2003);

DALFREDDO (2004a)

Status: LC.

Riscontrata solo in due lame. Vive indifferentemente dentro e fuori dall’acqua, su substrati rigidi e fangosi. È ospite intermedio di Fasciola hepatica (L.), trematode parassita di ruminanti.

2 – Radix labiata (Rossmässler, 1835)

Limneus pereger: Massalongo (1860)

Lymnaea (Radix) peregra: PEZZOLI et al. (1975)

Lymnaea peregra: MARCUZZI et al. (1976); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003)

Radix peregra: MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); DALFREDDO (2004a)

Status: LC.

Assieme a Pisidium casertanum (Poli), è risultata essere la specie acquatica più frequente nelle zone umide e nelle lame. Vive in acque pulite e ossigenate, ferme o con debole corrente. Sopporta bene il disturbo dei ruminanti al pascolo. È ospite intermedio di Fasciola hepatica (L.), trematode parassita di ruminanti.

3 – Lymnaea stagnalis (Linnaeus, 1758)

Limneus stagnalis (Buccinum): DE BETTA et al. (1855)

Limneus stagnalis (Müller): MASSALONGO (1860)

Lymnaea stagnalis: MARCUZZI et al. (1970); DECET et al. (2001); DALFREDDO (2004a) Status: LC.

Un solo esemplare vivente è stato osservato nella lama AF5 nella quale nel set- tembre 2014 uno degli autori constatò la presenza di una colonia non ancora disturbata dal pascolo bovino. La specie è comune in ambiente integro, presso il Giardino Botanico “G. Lorenzoni” a Pian Cansiglio.

È ospite intermedio di Fasciola hepatica (L.), trematode parassita di ruminanti.

Famiglia CARYCHIIDAE Jeffreys, 1830

4 – Carychium minimum (O. F. Müller, 1774)

Carychium mariae: THORSON (1931); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970);

GITTENBERGER (1985); BOATO et al. (1987); DALFREDDO (1999); DECET et al. (2001);

MARCUZZI (2003); Dalfreddo (2004a); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Carychium minimum: MASSALONGO (1860); STOSSICH (1895); HESSE (1914); MAR-

CUZZI et al. (1970); WEIGAND et al. (2012)

Status: LC.

Presente solamente a Palughetto, dove è abbondante e sintopica con C. triden- tatum

Specie umicola presente in lettiera di latifoglie, tra i detriti vegetali, lungo le rive dei fiumi e specchi d’acqua. Fino a pochi anni or sono C. mariae (Paulucci) e C. minimum (Müller) venivano ritenute specie distinte sulla base di caratteri morfologici della conchiglia e della columella. Recentemente, studi molecolari hanno posto in sinonimia le due specie (WEIGAND et al. (2012)

5 – Carychium tridentatum (Risso, 1826)

Carychium tridentatum: STOSSICH (1895); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BANK, et al. (1985); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); DALFREDDO (1999); DALFREDDO et al. (2000); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Trovato solo a Palughetto. Specie umicola, vive in ambienti con buona copertura arborea, in lettiera di latifoglie detriti vegetali e lungo i corsi e specchi d’acqua.

Famiglia SUCCINEIDAE H. Beck, 1837

6 – Succinella oblonga (Draparnaud, 1801)

Succinea oblonga: DE BETTA, et al. (1855); MASSALONGO (1860); HESSE (1914);

THORSON (1931); MARCUZZI (1956); MARCUZZI (1961); MARCUZZI et al. (1970)

Lucena oblonga: STOSSICH (1895)

Succinea (Succinella) oblonga: SCHROTT et al. (1973); BOATO et al. (1987); DECET et al. (2001)

Succinella oblonga: DALFREDDO et al. (2000); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Specie spiccatamente igrofila, comune soprattutto nelle lame, sulla vegetazione acquatica emersa e su substrati vegetali.

Famiglia COCHLICOPIDAE Pilsbry, 1900

7 – Cochlicopa lubrica (O. F. Müller, 1774)

Achatina lubrica: DE BETTA et al. (1855); MASSALONGO (1860)

Cionella lubrica: GREDLER (1882)

Zua lubrica: STOSSICH (1895)

Cochlicopa lubrica: HESSE (1914); THORSON (1931); MARCUZZI (1956); VENMANS (1959); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BOATO et al. (1987); EIKEN- BOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000): DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003);

DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Specie abbastanza diffusa in Cansiglio su lettiera di faggeta, alla base di vegeta- zione arborea, e ceppaie. Reperibile dall’alta montagna, fino alla fascia costiera.

Famiglia PAGODULINIDAE Pilsbry, 1924

8 – Pagodulina subdola (Gredler, 1856)

Pupa pagodula: DE BETTA et al. (1855)

Pagodulina pagodula: THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970)

Pagodina pagodula var. subdola: HESSE (1914)

Pagodulina subdola: GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); COSSIGNANI (1995);

DECET et al. (2001); DALFREDDO (2004b)

Pagodulina subdola subdola: MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Vive prevalentemente in lettiera di latifoglie e su legni marcescenti.

Specie politipica con sei o sette sottospecie (HAUSDORF, 1996; BANK et al., 2017; MolluscaBase, 2020). Gli esemplari di Palughetto appartengono alla sottospecie nominale.

Famiglia VALLONIIDAE Morse, 1864

9 – Vallonia costata (O. F. Müller, 1774)

Vallonia costata: STOSSICH (1895); HESSE (1914); THORSON (1931); MACUZZII

(1970); VENMANS (1954); MARCUZZI (1956); MARCUZZI (1970); SCHROTT et al.

(1973); BOATO et al. (1987); MARCUZZI(2003); DALFREDDO (2004)

Status: LC.

Rara a Palughetto. Si può normalmente osservare dalla pianura, su suoli calcarei, nella lettiera di boschi a latifoglie, nel terriccio sotto tronchi e alla base di rocce.

10- Vallonia pulchella (O. F. Müller, 1774)

Helix pulchella: MASSALONGO (1860); GREDLER (1882)

Vallonia pulchella: Stossich (1895); Hesse (1914); Thorson (1929); Marcuzzi

(1956); MARCUZZI et al. (1970); BANK (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987);

DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Specie comune, vive in vari ambienti quali lettiera di faggeta, ambienti ruderali e, sotto pietre e terriccio, anche in ambienti antropizzati.

11- Acanthinula aculeata (O. F. Müller, 1774)

Acanthinula aculeata: VENMANS (1954); VENMANS (1958); SCHROTT et al. (1973);

BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO (1998);

DALFREDDO (1999); DECET et al. (2001); DALFREDDO (2005)

Status: LC

Specie euriterma, tollera variazioni di ph tra 4,5 e 6,1 e si rinviene in lettiere a basso contenuto di calcio WÄREBORN (1982). Raccolto un solo esemplare vivente su detrito vegetale alla base della folta vegetazione arborea. Segnalata anche in zone calcaree per le faggete del centro Italia, GIUSTI et al. (1985).

Famiglia TRUNCATELLINIDAE Steenberg, 1925

12 – Truncatellina cylindrica (Férussac, 1807)

Isthmia minutissima: STOSSICH (1895)

Pupa minutissima: VENMANS (1954)

Truncatellina (Isthmia) minutissima: MARCUZZI (1956)

Truncatellina cylindrica: BOATO et al. (1987); DALFREDDO (1999); MARCUZZI (2003);

Dalfreddo (2005)

Status: LC

Raccolti due esemplari vivi sotto pietre sul margine boschivo della ex torbiera LF14. Si rinviene normalmente su substrati calcarei.

13 – Columella aspera Waldén, 1966 Fig. 4.1-4.2, 7.1 Status: LC.

Due esemplari vivi sono stati raccolti a Palughetto in detrito vegetale grossolano su suolo a basso tenore di calcio. Sintopica con Columella edentula da cui si distingue per il profilo cilindrico-ovoidale, l’ombelico più stretto e l’apertura quadrangolare.

Piccola specie mesofila decisamente rara, segnalata in Italia per l’isola d’Elba e per la Sardegna (CIANFANELLI et al., 2012; MANGANELLI et al., 2014). Non risultano segnalazioni per il nord Italia.

14 – Columella edentula Draparnaud, (1805)

Columella edentula: HESSE (1914); THORSON (1929); MARCUZZI (1961); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Poco comune a Palughetto, nella lettiera e alla base di vegetazione erbacea, sintopica con C. aspera.

Famiglia VERTIGINIDAE Fitzinger, 1833

15 – Vertigo (Vertigo) pusilla (O. F. Müller, 1774)

Vertilla pusilla: STOSSICH (1895)

Vertigo pusilla: HESSE (1914); THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); COSSI- GNANI (1995); DALFREDDO (1999); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Specie igrofila, vive tra la vegetazione erbacea e i detriti vegetali.

16 – Vertigo (Vertigo) pygmaea (Draparnaud, 1801)

Pupa pygmaea: DE BETTA et al. (1855)

Alea pygmaea: STOSSICH (1895)

Vertigo pygmaea: HESSE (1914); THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BANK (1985); BOATO et al. (1987); DALFREDDO

(1999); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO

(2005)

Status: LC.

Un solo esemplare, raccolto nell’humus alla base di Carex sp. Specie detritivora legata ai suoli calcarei, tollera suoli acidi.

17- Vertigo (Vertigo) substriata (Jeffreys, 1833)

Vertigo substriata: THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970);

SCHROTT et al. (1973); BOATO et al. (1987); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003)

Status: VU. Specie inclusa in Molluscabase, European Red list NEUBERT et al. (2020).

Vive sulla vegetazione in ambienti paludosi e tra i detriti vegetali, soprattutto in praterie alpine e subalpine.

18- Vertigo (Vertilla) angustior Jeffreys, 1830

Pupa venetzi: DE BETTA et al. (1855)

Vertilla angustior: STOSSICH (1895)

Vertigo angustior: THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); BOATO et al. (1987); DALFREDDO (1999); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005)

Status: VU. Specie inclusa in Molluscabase, European Red list NEUBERT et al. (2020).

Calcifila, le preferenze dell’habitat variano con il clima, vive in boschi montani intorno ai 1000 m nella lettiera alla base di steli e foglie, in pianura in suoli sab- biosi con bassa copertura della vegetazione WELTER-SCHULTES (2012).

Famiglia CLAUSILIIDAE Gray, 1855

19  – Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin, 1882) fig. 4.3-4.4-4.5, 5.1-5.2, 7.2

Cochlodina dubiosa: NORDSIECK (1969); DALFREDDO (2000); DECET et al. (2001);

Dalfreddo (2004); Dalfreddo (2005); Dalfreddo (2007)

Status: LC.

Due esemplari rinvenuti ai margini nord della torbiera di Palughetto sotto un tronco di faggio.

La conchiglia è molto simile a Cochlodina fimbriata (Rossmässler) da cui si distingue per avere la plica palatale inferiore molto breve che non si intravede frontalmente nella cavità buccale, e per il profilo dei giri meno convessi. Clausilio a forma di vomere, con una indentatura pronunciata e appuntita antero-basale. La simile Cochlodina laminata (Montagu) è mediamente più grande e possiede un profilo fusiforme, la plica palatale inferiore molto più lunga si vede bene nella cavità buccale e talvolta raggiunge la callosità palatale.

Apparato genitale caratterizzato da un ovidotto libero lungo circa come la vagina, allo sbocco dell’epifallo nel lume del pene, sono presenti due ispessimenti oppo- sti (parapseudopapilla) che restringono il passaggio a forma di “S”. NORDSIECK, (1969) cita C. dubiosa dubiosa per Sappada (Belluno) descrivendola per i soli parametri conchigliari. DALFREDDO (2000, 2005, 2007) e DECET et al. (2001) riportano la specie per la provincia di Belluno senza descrizioni anatomiche.

20- Cochlodina (Cochlodina) fimbriata (Rossmässler, 1835) fig. 5.3-5.4-5.5

Clausiliastra fimbriata: STOSSICH (1895)

Cochlodina fimbriata: MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI, (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Specie calcifila, vive nei boschi montani e sulle rocce.

Conchiglia molto simile a quella di Cochlodina laminata laminata (Montagu, 1803) da cui si distingue per il callo palatale bianco più o meno sviluppato e pa- rallelo alle strie di accrescimento. La plica palatale inferiore si intravede appena in vista frontale e abitualmente non contigua al callo palatale. Contrariamente a C. laminata, che ha una falsa papilla allo sbocco dell’epifallo nel pene, in C. fimbriata è presente una papilla peniale (pseudopapilla) conica e appuntita. Gli individui rinvenuti a Palughetto sono assegnati alla sottospecie nominale.

21- Cochlodina (Cochlodinastra) comensis (Pfeiffer, 1850) Clausilia comensis: DE BETTA et al. (1855); HESSE (1914) Clausiliastra comensis: THORSON (1929)

Cochlodina comensis: VENMANS (1959); NORDSIECK (1963); MARCUZZI et al. (1970);

SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007); BANK (1985)

Status: LC.

Presente nella torbiera di Palughetto su lettiera forestale e su legni marcescenti. Entità politipica con tre sottospecie NORDSIECK (2007, 2015). Le popolazioni diffuse dai Colli Euganei, Colli Berici, alla fascia pedemontana del Trevigiano vengono assegnate alla sottospecie endemica Cochlodina comensis trilamellata (A. Schmidt, 1868), mentre C. comensis lucensis (Gentiluomo, 1868) è presente nel Sud-Est Piemonte, Lombardia (dati personali inediti), Est Liguria, Appennino Tosco-Emiliano, e Alpi Apuane BIRINDELLI et al. (2019). La sottospecie nominale è presente in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

22- Macrogastra (Pyrostoma) asphaltina (Rossmässler, 1836)

Pirostoma asphaltina: STOSSICH (1895); THORSON (1929)

Clausilia (Iphigena) asphaltina: VENMANS(1959); MARCUZZI (1961)

Iphigena asphaltina: NORDSIECK (1963); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973)

Macrogastra lineolata: GIUSTI et al. (1985)

Macrogastra asphaltina: BOATO et al. (1987); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Rinvenuta solamente nella torbiera ad abete rosso a Palughetto.

Specie comune in Cansiglio, nelle faggete e peccete e habitat rocciosi del sot- tobosco.

23- Clausilia (Clausilia) cruciata (Studer, 1820)

Pirostoma cruciata: STOSSICH (1895)

Clausilia cruciata: MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970) Clausilia (Clausilia) cruciata: VENMANS (1959); MARCUZZI (1961) Clausilia cruciata carniolica (Schmidt): SCHROTT et al. (1973) Clausilia cruciata minima (Schmidt): SCHROTT et al. (1973)

Clausilia cruciata: GIUSTI et al., 1985; DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC. Osservata sporadicamente nella torbiera di Palughetto in lettiera e su legni marcescenti. Specie politipica con sei sottospecie BANK & NEUBERT (2017); NEU- BERT et al. (2020). La sottospecie semi-endemica C. c. geminella Klemm, 1972

è presente nel Nord-Est Veneto, Friuli -Venezia Giulia, e Carinzia in Austria. C. cruciata cruciata si rinviene comunemente nella lettiera delle faggete del Cansiglio ed è assegnata alla sottospecie nominotipica (GIUSTI et al., 1985).

24 – Fusulus (Fusulus) interruptus (Pfeiffer, 1828)

Fusulus interruptus: VENMANS) (1959); MARCUZZI (1961); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); COSSIGNANI (1995); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a) DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Osservata solo a Palughetto. Piuttosto rara in tutto il Cansiglio. Nell’ultimo campionamento (settembre 2020), individui appena schiusi sono stati osservati sotto un legno marcescente. Vive in ambienti boschivi umidi, e nella lettiera, dove si nutre di materia organica in decomposizione e di microlicheni.

Famiglia PUNCTIDAE Morse, 1864

25 – Punctum (Punctum) pygmaeum (Draparnaud, 1801)

Punctum pygmaeum: THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI (1961); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Comune a Palughetto. Specie con ampia valenza ecologica, vive in svariati tipi di habitat umidi e ricoperti di vegetazione, nella lettiera, nel terriccio e sotto pietre. Tollera bene condizioni di acidità del suolo.

Famiglia DISCIDAE Thiele, 1931

26 – Discus (Gonyodiscus) perspectivus (Megerle von Mühlfeld, 1816) fig. 4.6.-4.7-4.8, 7.3

Status: LC.

Specie euriterma, vive in boschi di latifoglie e sotto pietre e terriccio in luoghi umidi. Tollera suoli acidi. Specie nuova per la provincia di Belluno e Vicenza. Presente nel Bosco Nero a Santo Stefano di Cadore, Forcella Lavardet, Vigo di Cadore, e Vicenza, Monte Zebio, Asiago (dati personali inediti). Questi ritro- vamenti ampliano l’areale di distribuzione a occidente. Si spinge fino a basse quote in Friuli orientale. Specie simile a Discus rotundatus (Müller, 1774) da cui si distingue per l’assenza di flammulature, per la spira più svolta, per l’ombelico più largo, e per una evidente carenatura sull’ultimo giro di spira. In Cansiglio è l’unica specie del genere Discus.

Famiglia PRISTILOMATIDAE Kockerell, 1821

27 – Vitrea subrimata (Reinhardt, 1871)

Vitrea diaphana: HESSE (1914); MARCUZZI (1961); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BANK (1985); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Specie euriecia, vive in diversi tipi di ambienti soprattutto fresco-umidi e boschivi, rive di specchi d’acqua, ruderali e antropizzati. Tollera substrati poveri di calcio.

Famiglia GASTRODONTIDAE Tryon, 1866

28 – Aegopinella forcarti Riedel, 1983

Agardhia ressmanni (Westerlund) nec Hyalina ressmanni: WESTERLUND (1983):

MARCUZZI et al. (1970); GIUSTI et al. (1985); COSSIGNANI (1995); DALFREDDO

(2004a); DALFREDDO (2004b)

Aegopinella forcarti (Riedel): KERNEY et al. (1983); RIEDEL (1983); BOATO et al. (1987); MANGANELLI et al. (1995); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DAL- FREDDO et al. (2005)

Status: LC.

Rara a Palughetto. In Cansiglio la si rinviene piuttosto comunemente soprattutto in lettiera e legni marcescenti in bosco di faggio. Specie carnivora.

29- Perpolita hammonis (Strøm, 1765)

Retinella hammonis: VENMANS (1959); MARCUZZI (1961); MARCUZZI et al. (1970) Nesovitrea hammonis: BOATO et al. (1987); DALFREDDO (1999); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Osservata comunemente in torbiere alla base della vegetazione erbacea. Vive in luoghi molto umidi tra i detriti vegetali. Specie carnivora.

Famiglia OXYCHILIIDAE Hesse, 1927.

30- Oxychilus (Oxychilus) mortilleti (L. Pfeiffer, 1859)

Helix cellaria (Müller): MASSALONGO (1895) Euhalyna cellaria (Müller): STOSSICH (1895) Hyalinia cellaria: (Müller): HESSE (1914) Polita cellaria (Müller): THORSON (1929)

Oxychilus cellarius (Müller): MARCUZZI (1956); VENMANS (1959)

Oxychilus villae (Pfeiffer): MARCUZZI et al. (1970)

Oxychilus (Morlina) glaber (Rossmässler): SCHROTT et al. (1973)

Oxychilus (Oxychilus) mortilleti: BANK (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN

(1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Osservato solo a Palughetto. Specie igrofila legata agli ambienti umidi. Specie politipica suddivisa in due sottospecie: le popolazioni del nord Italia vengono assegnate alla sottospecie nominale mentre in Germania è segnalato Oxychilus mortilleti planus (Clessin,1877), BANK et al. (2017). È l’unica specie del genere Oxychilus osservata in Cansiglio. Specie prevalentemente carnivora.

Famiglia ZONITIDAE Mörch, 1864

31 – Aegopis gemonensis gemonensis (Férussac, 1832)

Helix gemonensis: DE BETTA et al. (1855); MASSALONGO (1860)

Zonites gemonensis: THORSON (1929); MARCUZZI et al. (1970)

Aegopis gemonensis: MARCUZZI (1956); SCHROTT et al. (1973) ; BANK (1985); BO- ATO et al. (1987); MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003; DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Un solo esemplare osservato a Palughetto. In Cansiglio si trova comunemente infossata nella lettiera di faggeta o sotto massi. Specie carnivora, sciafila e igrofila, si rinviene in boschi umidi a latifoglie, alla base di rupi rocciose calcaree, nella lettiera e sotto massi e tronchi marcescenti. Sembra sopportare anche terreni acidi. In Italia è presente dalla Lombardia alle regioni orientali. Le popolazioni più orientali di questa specie, presenti in Alpi sudorientali nella Valle dell’Ison- zo, sono state riferite, come buona sottospecie, a Aegopis(Aegopis) gemonensis kusceri (WAGNER, 1912). BANK (2017).

32- Aegopis verticillus (Lamarck, 1822)

Zonites verticillus: MARCUZZI et al. (1970)

Aegopis verticillus: SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Osservato un solo esemplare vivente e alcune conchiglie vuote. Specie onnivora e carnivora, sciafila e igrofila si rinviene in boschi umidi a latifoglie, alla base di rupi rocciose calcaree, nella lettiera e sotto massi e tronchi marcescenti. Sembra sopportare terreni acidi.

Famiglia VITRINIDAE Fitzinger, 1833

33- Vitrinobrachium breve (Férussac, 1821) fig. 4.12-4.13-4.14, 5.7,

Vitrinopugio brevis: THORSON (1929)

Semilimax brevis: MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970)

Vitrinobrachium breve: GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); COSSIGNANI (1995); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Specie sciafila, si rinviene in boschi umidi e aperti, lungo i fiumi e i torrenti. Conchiglia praticamente indistinguibile dalla specie Vitrinobrachium tridentinum Forcart, 1956 da cui si distingue anatomicamente per l’attacco del canale della bursa copulatrix posto sulla base del pene.

34- Vitrina pellucida (O. F. Müller, 1774) fig. 4.9-4.10-4.11, 5.6

Phenacolimax pellucidus: THORSON (1929)

Helicolimax pellucidus: MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970)

Vitrina pellucida: DE BETTA et al. (1855); MASSALONGO (1860); STOSSICH (1895); FORCART (1956); SCHROTT et al. (1973); BOATO et al. (1987); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Specie sciafila, un solo esemplare vivente è stato raccolto su detrito vegetale alla base della vegetazione arborea. In Cansiglio si rinviene sporadicamente nella lettiera di faggeta e sotto le pietre. Specie saprofaga e coprofaga, si nutre anche di foglie in decomposizione.

Famiglia LIMACIDAE Lamarck, 1801

35 – Limax cinereoniger Wolf, 1803 fig. 5.8-5.9, 7.4

Limax cinereoniger: SIMROTH (1910); THORSON (1929); GREDLER (1882); VENMANS

(1954); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); DECET

et al. (2001); BODON et al. (2019)

Limax bielzi (Seibert): DALFREDDO et al. (2000); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO

(2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Un solo esemplare osservato a Palughetto (LF14). Poco comune in Cansiglio nelle faggete e peccete, sotto tronchi marcescenti, e ambienti ruderali. Mollu- sco dalla livrea variabile che va dal nero a screziato con linee biancastre. Suola tripartita con bordi laterali neri. La specie è ben distinguibile anatomicamente per la peculiarità dell’interno peniale. BODON et al. (2018).

specie palughetto
Fig. 4. Alcune specie dal sito di Palughetto;
1.: conchiglia di Columella aspera
(Waldén,1966), visione aperturale
2.: visione laterale
3.: conchiglia di Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin, 1882), visione aperturale
4.: dettaglio della bocca
5.: recto e verso del clausilio
6.: conchiglia di Discus (Gonyodiscus) perspectivus (Megerle Von Mühlfeld,1816), visione dorsale
7.: visione ventrale
8.: visione aperturale
9.  : conchiglia di Vitrina pellucida (O.F. Müller, 1774), visione dorsale 4.10: visione ventrale
11.: visione aperturale
12.: conchiglia di Vitrinobrachium breve (Férussac, 1821), visione dorsale
13.: visione ventrale
14.: visione aperturale. Acronimi: plp = plica palatale inferiore. Tratto = 1 mm.

Fig. 4. Some species from the Palughetto site;
1.: shell of Columella aspera
(Waldén,1966), apertural view
2.: side wiew
3.  : shell of Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin, 1882), apertural view
4.: detail of the aperture
5.: clausiliar plate front and back view
6.: shell of Discus (Gonyodiscus) perspectivus (Megerle Von Mühlfeld,1816), dorsal view
7.: ventral view
8.: apertural view
9.  : shell of Vitrina pellucida (O.F. Müller, 1774), dorsal view
10.: ventral view
11.: apertural view
12.: shell of Vitrinobrachium breve
(Férussac, 1821), dorsal view
13.ventral view
14.apertural wiew. Acronyms: lower palatal plica. Scale bar: 1 mm

36 – Limax (Brachylimax) giovannellae Falkner & Niederhöfer, 2008 fig. 5.8- 5.9, 7.5

Status: DD.

Un esemplare è stato trovato ai bordi dell’area di Palughetto (LF14) sotto un cumulo di cortecce di abete rosso. Specie piuttosto rara nelle faggete e peccete del Cansiglio. Specie segnalata per le Alpi Giulie orientali tra i fiumi Tagliamento e Isonzo, perciò il ritrovamento in Cansiglio costituisce un ampliamento verso occidente del suo areale. Presente in Veneto per le province di Treviso e Belluno, e in Friuli -Venezia Giulia per la provincia di Pordenone (dati personali inediti). La dissezione del pene mostra in posizione prossimale una cresta alta e breve (cr1) cui punto di contatto segue una lunga cresta cr1 inizialmente alta, poi decrescente fino ad abbassarsi ed arrestarsi poco prima dell’atrio genitale. Rapporto tra cr1 e cr2 uguale a 0,12 (media di tre esemplari). Presso il punto di contatto tra le due creste, parallelamente, si origina un cordone poco elevato che si esaurisce circa

¼ della lunghezza del pene, prima dell’atrio genitale (Fig. 5: 5.9).

specie palughetto 2
Fig. 5. Organi distali interi, e parti distali interne dei genitali, di esemplari provenienti dal sito di Palughetto:
1.  : Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin, 1882), organi genitali distali interi
2.: parte distale interna degli organi genitali
3.  : Cochlodina (Cochlodina) fimbriata (Rossmässler, 1835), organi genitali distali interi
4.: parte distale interna degli organi genitali
5.: recto e verso del clausilio
6.  : Vitrina pellucida (O.F. Müller, 1774), organi genitali distali interi
7.  : Vitrinobrachium breve (Férussac, 1821) organi genitali distali interi
8.: Limax (Brachilimax) giovannellae Falkner & Niederhofer, 2008, organi genitali distali interi
9.: parte distale interna degli organi genitali.
Tratto = 1 mm

Fig. 5. Acronimi anatomici: ag = atrio genitale, app = appendice peniale, bc = bursa copulatrice, cbc = canale della bursa copulatrice, cco = canale copulatorio, cd = cordone, cr1 = cresta1 cr2
= cresta 2, dbc = diverticolo della borsa copulatrice, ep = epifallo, f = flagello, gp = guaina peniale, mcc = muscolo canale copulatorio, mr = muscolo retrattore, ol = ovidotto libero, os= ovispermidotto, p = pene, ppe= papilla peniale, v = vagina, vd = vaso deferente.

Fig. 5. Distal organs and internal distal parts of the genitalia of specimens from the Palughetto site:
1.  : Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin, 1882), distal genital organs
2.: internal distal part of genital organs
3.: Cochlodina (Cochlodina) fimbriata (Rossmässler, 1835), distal genital organs
4.: internal distal part of genital organs
5.: clausiliar plate double side
6.: Vitrina pellucida (O.F. Müller, 1774), distal part of genital organs
7.  : Vitrinobrachium breve (Férussac, 1821), distal part of genital organs
8.: Limax (Brachilimax) giovannellae Falkner & Niederhofer, 2008, distal part of genital organs
9.: internal distal part of genital organs.
Scale bar: 1 mm

Fig. 5. Anatomical acronyms: ag =genital atrium, app = penial appendix, bc = bursa copulatrix, cbc = copulatory duct, cco = copulatory duct, cd = pleat, cr1 = first penial crest, cr2 = second penial crest, dbc = diverticulum of the bursa copulatrix, ep = ephiphallus, f = flagellum, gp
= penial sheat, mcc = copulatory duct muscle, mr = penis retractor muscle, ol = free oviduct, os = ovispermiduct, p = penis, ppe = penial papilla, v = vagina, vd = vas deferens.

Famiglia AGRIOLIMACIDAE Wagner, 1935

37 – Deroceras agreste (Linnaeus, 1758) fig. 6.1-6.2-6.3, 7.6

Limax agrestis: Massalongo (1860)

Agriolimax agrestis: SIMROTH (1910); HESSE (1914); THORSON (1929)

Deroceras agrestis: MARCUZZI (1956)

Deroceras (Agriolimax) agreste: SCHROTT et al. (1973)

Deroceras agreste: MARCUZZI et al. (1970); BOATO et al. (1987); DALFREDDO et al. (2000); DECET, et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a)

Status: LC.

Riscontrata nei prati umidi, nelle lame, e a Palughetto Specie presente nella fascia montana a partire da 1000 m fino alle praterie montane e alpine tra i 1800-2200 m di quota, più volte segnalata per la regione Veneto. SIMROTH (1910) la cita per “Venetianischen Alpen” (Cansiglio), senza descrizioni anatomiche. I 3 esemplari raccolti presentano color crema chiaro, la parte distale del pene contiene una papilla peniale stretta, di forma conica, appuntita verso l’atrio genitale. Sotto la base di impianto del muscolo retrattore termina il canale deferente, appena di lato, si origina una breve flagello cilindrico. Al termine dell’intestino è presente un cieco rettale.

38 – Deroceras laeve (O. F. Müller, 1774) fig. 6.4-6.5-6.6, 7.7

Agriolimax laevis: SIMROTH (1910); HESSE (1914); THORSON (1929)

Deroceras laeve: VENMANS (1954); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); BOATO

et al. (1987); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Nelle lame alla base di Carex sp. e della vegetazione erbacea.

Più volte citata per la regione Veneto, tuttavia, mai confermata sulla base dei caratteri genitali.

Nei due esemplari dissezionati si nota la papilla peniale arrotondata, il muscolo retrattore posto tra il pene prossimale e distale e la mancanza del cieco rettale. Potrebbe essere stata confusa in passato con specie affini per la colorazione del mantello quali; Deroceras agreste (Linnaeus, 1758), D. invadens, (Reise et al., 2011) e D. reticulatum (Müller, 1774).

Famiglia EUCONULIDAE Baker, 1928

39 – Euconulus (Euconulus) fulvus (O. F. Müller, 1774)

Conulus fulva: STOSSICH (1895)

Euconulus trochiformis: VENMANS (1959)

Euconulus fulvus: HESSE (1914); THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BANK (1985); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Moderatamente frequente in Cansiglio in boschi di latifoglie e conifere, torbiere, praterie montane e subalpine, nella lettiera e nel terriccio.

Famiglia ARIONIDAE Gray, 1840

40 – Arion (Mesarion) fuscus (O. F. Müller, 1774) fig. 6.7-6.8, 7.8

Arion subfuscus: HESSE (1914); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); DALFREDDO (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DAL- FREDDO (2005); DALFREDDO (2007) Status: LC.

Piuttosto comune nell’area del Cansiglio, in boschi a latifoglie, in pecceta e in ambienti ruderali.

Lumaca di medie dimensioni (40-70 mm), di colore arancio con due bande scure disposte dorsalmente sui fianchi. Se disturbato rilascia un muco aranciato. Prece- dentemente noto come A. subfuscus (Draparnaud, 1801), inizialmente FORCART (1966) distinse due taxa, A. subfuscus per la Montagne Noire (Francia, Massiccio Centrale), rivelatosi poi ampiamente diffuso BANK et al., (2017), e un secondo taxa, diffuso nell’ Europa centro-settentrionale, per il quale propose il nome A. fuscus (Müller, 1774). Sulla base della morfologia e dei dati molecolari PINCEEL et al. (2004) hanno sostenuto la distinzione delle due specie segnalandole per di- versi paesi europei. In BIRINDELLI et al. (2020) gli esemplari italiani identificati sulla base dei caratteri anatomici evidenziati da PINCEEL et.al. corrispondono ad Arion fuscus., FALKNER et al. (2002), CADEVAL et al. (2016).

41 – Arion (Kobeltia) obesoductus Reischütz, 1973 fig. 6.9-6.10, 7.9Arion alpinus sensu REISCHUTZ 1973; MARCUZZI, 2002

Arion obesoductus: MANGANELLI et al. (2010) Status: LC.

Raro in tutto il Cansiglio. Lumaca di piccole dimensioni (25-30 mm) di colore variabile, con sfumature di marrone, al giallo o verdastro, con una banda bru- nastra ai lati del corpo e ai bordi del clipeo. Piede giallo. Epifallo provvisto nella parte distale di una papilla appiattita e tondeggiante che chiude lo sbocco nel lume dell’atrio genitale, un ‘altra papilla conica è posta allo sbocco dell’ovidotto libero prossimale. Muco incolore.

Famiglia BRADYBAENIDAE Pilsbry, 1934

42 – Fruticicola fruticum (O. F. Müller, 1774)

Helix fruticum: DE BETTA, et al. (1855)

Fruticicola fruticum: STOSSICH (1895); VENMANS (1959)

Eulota fruticum: HESSE (1914); THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); MARCUZZI et al. (1971)

Bradybaena fruticum: SCHROTT et al. (1973); BANK (1985); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); EIKENBOOM (1996); DALFREDDo (1999); DALFREDDO et al. (2000); DECET, et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Abbastanza comune a Palughetto, mentre è decisamente più rara in tutto il Cansiglio.

Radure e margini boschivi. Sulle Alpi fino a 2000 m (dati personali) fino alla pianura dell’Italia settentrionale. Entra in letargo nel periodo invernale affos- sandosi. Si alimenta sia di piante erbacee che arboree.

organi distali
Fig. 6. Organi distali interi e parti distali interne dei genitali e particolare dell’apparato escretore, di esemplari provenienti dal sito di Palughetto:
1.  : Deroceras agreste (Linnaeus, 1758), organi genitali distali interi
2.: parte distale interna degli organi genitali
3.: frammento di retto
4.  : Deroceras laeve (O.F. Müller, 1774), organi genitali distali interi
5.: parte distale interna degli organi genitali
6.: frammento del retto
7.: Arion (Mesarion) fuscus (O.F. Müller, 1774), organi genitali distali interi
8.: parte distale interna degli organi genitali
9.  : Arion (Kobeltia) obesoductus Reischütz, 1973, organi genitali distali interi
10.: parte distale interna degli organi genitali.
Tratto = 1 mm

Fig. 6. Acronimi anatomici; a = ano, af = appendici flagelliformi, ag = atrio genitale, bc = bursa copulatrice, cbc = canale della bursa copulatrice, cr = ceco rettale, ep = epifallo, f = flagello, mr = muscolo retrattore, ol = ovidotto libero, old = ovidotto libero distale, olp = ovidotto libero prossimale, os = ovispermidotto, pd = pene distale, pe = papilla epifallo, pol = papilla ovidotto libero, pp = pene prossimale, ppe = papilla peniale, r = retto, v = vagina, vd = vaso deferente.

Fig. 6. Distal organs and internal distal parts of the genitalia and fragment of excretory system, of specimens from the Palughetto site
1.  : Deroceras agreste (Linnaeus, 1758), distal genital organs
2.: internal distal part of genital organs
3.: fragment of rectum
4.: Deroceras laeve (O.F. Müller, 1774), distal genital organs
5.: internal distal part of genital organs
6.: fragment of rectum
7.  : Arion (Mesarion) fuscus (O.F. Müller, 1774), distal genital organs
8.: internal distal part of genital organs
9.: Arion (Kobeltia) obesoductus Reischütz, 1973, distal genital organs 6.10:internal distal part of genital organs.
Scale bar: 1 mm

Fig. 6. Anatomical acronims: a = anus, af = flagelliform appendage, ag = genital atrium,
bc = bursa copulatrix, cbc = duct of the bursa copulatrix, cr = caecum, ep = ephiphallus. f = flagellum, mr = penis retractor muscle, ol = free oviduct, old = distal free oviduct, olp = proximal free oviduct, os = ovispermiduct, pd = distal penis, pe = ephiphallus papilla, pol = free oviduct papilla, pp = proximal penis, ppe = penial papilla, r = rectum, v = vagina, vd = vas deferens.

Famiglia HYGROMIIDAE Tryon, 1866

43 – Petasina (Filicinella) lurida (C. Pfeiffer, 1828)

Helix plebeia: DE BETTA, et al. (1855)

Helix sericea: Massalongo (1860)

Fruticicola lurida: STOSSICH (1895); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970)

Hygromia lurida var. separanda: HESSE (1914)

Zenobiella lurida: VENMANS (1959); MARCUZZI et al. (1970)

Trichia (Filicinella) lurida: SCHROTT et al. (1973); BANK (1985)

Trichia (Edentiella) lurida: BOATO et al. (1987); DALFREDDO (2004a)

Trichia lurida: GIUSTI et al. (1985); MAASSEN (1987); COSSIGNANI (1995); DECET

et al. (2001)

Petasina lurida: EINKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); MARCUZZI (2003);

DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Abbastanza comune in Cansiglio. Nella torbiera di Palughetto, che è un ambiente più acido, è stata osservata sporadicamente. Diffusa generalmente in lettiera di faggeta e alla base di rocce tra la vegetazione erbacea.

44 – Monachoides incarnatus (O. F. Müller, 1774)

Helix incarnata: DE BETTA et al. (1855)

Fruticicola incarnata: STOSSICH (1895)

Monacha incarnata: HESSE (1914); THORSON (1929); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970)

Zenobiella incarnata: VENMANS (1959); MARCUZZI (1961)

Perforatella incarnata: SCHROTT et al. (1973); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN 1987; DECET et al. (2001)

Monachoides incarnatus: Cossignani (1995)

Monachoides incarnata: EIKENBOOM (1996); DALFREDDO et al. (2000); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DALFREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Frequente nella lettiera, alla base di vegetazione erbacea, sotto tronchi marce- scenti e detriti. Specie politipica suddivisa in tre sottospecie (BANK et al., 2017; Mollusca Base, 2020), una di queste M. incarnatus armatus Stabile (1859) viene citata da BANK & NEUBERT (2017) solo per l’Italia come sottospecie a sé stante. TURNER et al. (1998) la citano per l’Italia e la Svizzera, ma non la trattano in ma- niera chiara. Studi recenti hanno considerato solo M. incarnatus ritenendo M.i. armatus di dubbio valore. (BIRINDELLI et al., 2020).

Famiglia HELICIDAE Rafinesque, 1815

45 – Isognomostoma isognomostomos (Schröter, 1784)

Helix personata: DE BETTA et al. (1855) Triodopsis personata: STOSSICH (1895) Isognomostoma personata: HESSE (1914)

Isognomostoma isognomostoma: Thorson (1929); Venmans (1954); Marcuzzi

(1961); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BANK (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); COSSIGNANI (1995); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003)

Isognomostoma isognomostomos: DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); Dalfreddo (2005); Dalfreddo (2007)

Status: LC. osservata solo nella torbiera boscata di Palughetto su legni marcescenti. Si rin- viene piuttosto comunemente nelle faggete basifile submontane e altimontane del Cansiglio.

46 – Helix (Helix) pomatia (Linnaeus, 1758)

Helicogena pomatia: STOSSICH (1895)

Helix pomatia: DE BETTA et al. (1855); MASSALONGO (1860); HESSE (1914); THOR- SON (1929); VENMANS (1954); MARCUZZI (1956); MARCUZZI et al. (1970); SCHROTT et al. (1973); BANK (1985); GIUSTI et al. (1985); BOATO et al. (1987); MAASSEN (1987); COSSIGNANI (1995); DALFREDDO (1999); DALFREDDO et al. (2000); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); DALFREDDO (2004b); DAL- FREDDO (2005); DALFREDDO (2007)

Status: LC.

Entità sinantropica diffusa in ambienti forestali e rupestri. Specie edule la cui raccolta è disciplinata nella regione Veneto fuori dagli ambienti protetti.

Famiglia SPHAERIIDAE Deshayes, 1855

47 – Musculium lacustre (O. F. Müller, 1774)

Cycla lacustris: DE BETTA et al. (1855)

Musculium lacustre: DECET et al. (2001); DALFREDDO (2004a) Status: LC.

Comune nelle tre lame dove è stato osservato. Specie ermafrodita ovovivipara.

Predilige fondali fangosi, in acque ferme, lentiche, ma anche talvolta in torrenti.

48 – Pisidium (Euglesa) casertanum (Poli, 1791)

Pisidium fontinale: DE BETTA, et al. (1855); HESSE (1914)

Pisidium casertanum: MARCUZZI et al. (1970); CASTAGNOLO et al. (1980); DECET et al. (2001); MARCUZZI (2003); DALFREDDO (2004a); BODON et al. (2005); DAL- FREDDO (2005)

Status: LC.

Diffuso e abbondante in quasi tutte le lame, su fondali fangosi e sulla vegetazione sommersa; specie ubiquitaria.

specie viventi
Fig. 7. Immagini di alcune specie viventi sul sito di Palughetto, comune di Alpago (Belluno).
7.A: Columella aspera Waldén 1966
7.B: Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin 1882)
7.C: Discus (Gonyodiscus) perspectivus
(Megerle von Mühlfeld 1816)
7.D: Limax cinereoniger (Wolf,1803)
7.E: Limax (Brachylimax) giovannellae
Falkner & Niederhöfer 2008
7.F: Deroceras agreste (Linnaeus, 1758)
7.G: Deroceras laeve (O.F. Müller 1774)
7.H: Arion (Mesarion) fuscus (O.F. Müller 1774)
7.I Arion (Kobeltia) obesoductus
Reischütz, 1973. Tratto: 1mm

Fig. 7. Pictures of some living species in the Palughetto site, municipality of Alpago (Belluno). Niero & Borsato legit 20.vi.2018, 20.ix.2018, 03.ix.2020, 08. xiii.2021.
7.A: Columella aspera Waldén 1966
7.B: Cochlodina (Cochlodina) dubiosa dubiosa (Clessin 1882)
7.C: Discus (Gonyodiscus) perspectivus
(Megerle von Mühlfeld 1816)
7.D: Limax cinereoniger (Wolf, 1803)
7.E: Limax (Brachylimax) giovannellae
Falkner & Niederhöfer 2008
7.F: Deroceras agreste (Linnaeus, 1758)
7.G: Deroceras laeve (O.F. Müller 1774)
7.H: Arion (Mesarion) fuscus (O.F. Müller 1774)
7.I: Arion (Kobeltia) obesoductus
Reischütz, 1973. Scale bar: 1mm

49 – Pisidium (Euglesa) personatum Malm, 1855

Pisidium pusillum: MARCUZZI et al. (1970); MARCUZZI et al. (1976)

Pisidium personatum: CASTAGNOLO et al. (1980); DECET et al. (2001); MARCUZZI

(2003); DALFREDDO (2004a); BODON et al. (2005); DALFREDDO (2005)

Status: LC.

Specie ben caratterizzata per la presenza del “callo” sulla placca della cerniera della valva destra. Riscontrata solamente a Palughetto, alla base di sfagni su pozze con costante presenza di acqua meteorica.

distribuzione corotipi
Fig. 8. Distribuzione per corotipi delle specie terrestri e dulcicole dell’area di studio. Legenda acronimi:
ALP  = Alpino ALPE = E-Alpino
ALDI = Alpino-Dinarico EUR = Europeo
CEU = Centro-Europeo SEU = Sud-Europeo
EUM = Europeo-Mediterraneo SIE  = Sibirico-Europeo
ASE = Asiatico-Europeo PAL  = Paleartico
WPA = W Paleartico OLA = Olartico COS = Cosmopolita

Fig. 8. Distribution by corotypes of terrestrial and freshwater species of the study area. Acronyms legend: ALP  = Alpine
ALPE = Eastern -Alpine ALDI = Alpine -Dinaric EUR  = European
CEU = Central-European SEU  = S-European
EUM = European-Mediterranean SIE  = Siberian-European;
ASE  = Asiatic-European PAL  = Palearctic
WPA = West-Palaearctic OLA = Holarctic
COS = Cosmopolitan

Discussione

Analizzando l’andamento dei corotipi raggruppati (Tab. 3), la componente alpina s.l. è prevalente in Cansiglio (37,3%), e più bassa nell’area studiata (24,5%), nella quale è ben rappresentata una componente europea s.l. (61,2%), e, da una significativa diversità malacologica legata a una maggior varietà ambientale da addebitare, per Palughetto in particolare, al ruolo di zona rifugio ricoperto durante il Quaternario. La componente olartica s.l. è del 14,3% poco più alta che in Cansiglio (13,3%), è rappresentata per lo più da specie banali e mancano ele- menti endemici conosciuti per il Cansiglio, come Vitrea minellii Pinter & Giusti, 1983, Platyla pezzolii Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, Chondrina avenacea veneta Nordsieck, 1962, Chondrina avenacea latilabris (Stossich, 1895), legati ad habitat come rupi e rilievi calcarei, boschi di latifoglie in lettiera di faggeta, su massi e pareti rocciose e dunque estranei agli ambienti indagati.

Come già proposto in precedenti studi biogeografici condotti sulla stessa area (es., BOATO et al., 1987) la fauna documentata nel presente studio, viene analizzata nelle sue principali componenti faunistiche, in senso direzionale. Distinguiamo pertanto:

–specie gravitanti a nord: corotipo ALP (componente centro-nord-europea e alpina).

–specie gravitanti a nord-est: ALPE – CEU (componente nord-orientale o carpatica)

–specie gravitanti a sud-est: ALDI (componente europea sud-orientale o di- narica).

–specie gravitanti a sud: MED – SEU (componente sud-europea e mediterranea).

Per meglio comprendere le peculiarità della malacofauna terrestre e dulciac- quicola dell’area studiata, la stessa viene confrontata con l’area del Cansiglio estrapolando i dati dell’andamento delle quattro componenti direzionali. DALFREDDO (2005). La percentuale di specie con areale di tipo direzionale Nord-Est raffigurata in tab, 4, cresce passando dal Cansiglio (32%) all’area di studio (41,6%), a conferma di un biotopo, come Palughetto, con carattere fred- do-umido, e distinto per le entità nuove e rare. Difatti, a Palughetto, aumenta rispetto al Cansiglio la percentuale di specie con areale di tipo direzionale Nord, (6,1%), e diminuiscono quelle con areale di tipo direzionale sud, sud-est (2%).

andamento-corotipi
Tab. 3. Andamento dei corotipi riuniti nelle due aree a confronto
Tab. 3. Trend of the chorotypes united in the two areas under comparison
andamento-direzionali
Tab. 4. Andamento delle quattro componenti direzionali nelle due aree a confronto
Tab. 4. Trend of the four directional components in the two areas under comparison

Conclusioni

La fauna malacologica dell’area studiata, che comprende diverse tipologie am- bientali (Tab.1), conta 49 specie appartenenti a 24 famiglie. Il sito di Palughetto è risultato di gran lunga il più ricco fra quelli indagati. La loro presenza è stret- tamente influenzata dalle condizioni particolarmente favorevoli delle ex torbiere di Palughetto come la copertura arborea, e la presenza di lettiera e humus, che costituiscono un riparo, fonte di approvvigionamento alimentare. È inoltre rile- vante la disponibilità di carbonati, fondamentali per la crescita del guscio e per la riproduzione. Relativamente povera di specie è risultata la torbiera boscata la cui acidità del suolo può essere accentuata dalla presenza di abete rosso. Oltre agli elementi a corologia paleartica, olartica ed europea, preponderante è il corotipo est alpino. Alcune specie come Aegopis verticillus e Discus perspecti- vus trovano, nel comprensorio Alpago-Cansiglio, il loro limite occidentale di espansione. Questo studio porta a 87 le specie e sottospecie complessivamente osservate in Cansiglio, aggiungendone dodici a quelle precedentemente note per l’area: Carychium minimum, Succinella oblonga, Columella aspera, Vertigo pygmaea, Vertigo substriata, Vertigo angustior, Achantinula aculeata, Cochlodina dubiosa, Arion obesoductus, Limax giovannellae, Discus perspectivus, Deroceras laeve. Per quanto riguarda la fauna malacologica dulciacquicola, nelle lame, torbiere ed ex torbiere, le specie viventi sono poche ma in numero cospicuo di individui, e prive di particolare interesse biogeografico. Invece, nella lama F 5, una colonia di Lymnaea stagnalis fu osservata circa una decina di anni fa da uno degli autori, e ora è stato riscontrato un solo esemplare. Le cause di questa scomparsa sono da attribuire con tutta probabilità alla interferenza recente prodotta dal pascolo bovino. Appare probabile che la ricchezza faunistica di Palughetto sia da mettere in relazione alle sue peculiarità geomorfologiche e climatiche di zona rifugio dalla ultima glaciazione ad oggi. Significativo è il fatto che non sono state segnalate in tutta l’area di ricerca specie alloctone introdotte involontariamente dall’uomo che potrebbero divenire una delle maggiori cause di perdita della biodiversità, mettendosi in competizione per le risorse o soppiantando le specie locali con analoghe caratteristiche ecolo- giche. Essendo tutelato come sito ZSC, la qualità degli ecosistemi delle varie tipologie ambientali e le torbiere inattive di Palughetto non corrono rischi di alterazione, è quindi particolarmente importante la quantità di specie rare della flora e malacofauna rilevate.

Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento per una rilettura critica va al Prof. Alessandro Minelli, al Dott. Marco Bodon, e Lorenzo Munari per i consigli, al Dott. Fabio Decet per alcuni dati bibliografici, al curatore del Giardino Botanico Alpino del Cansiglio Giovanni Roffarè.

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Autori

  • Veronica Borsato

    Da sempre interessata alla Natura, ama soprattutto la montagna ed è innamorata della Foresta del Cansiglio. Ma qualsiasi ambiente naturale, qualsiasi forma di vita, ogni espressione della infinita fantasia e bellezza della Natura è per lei fonte di gioia profonda e di continua meraviglia. Non le basterà questa vita per assaporare tutta la bellezza che la circonda. Laureata in scienze Naturali a Padova da giovane, da adulta ha deciso che non poteva finire così: si è laureata in Scienze biologiche a Trieste e, sempre a Trieste, ha conseguito il dottorato di Ricerca in Biologia Ambientale. Le sue tesi sono state un insieme di Botanica, ecologia e fitosociologia. E’ socia della Società Veneziana di Scienze Naturali dal 1999, nel Direttivo in questi ultimi anni. E’ socia del CAI di Conegliano e dell'Associazione Naturalistica Lorenzoni di Vittorio Veneto. Le cose più belle che ha fatto sono state i suoi 2 figli. Come lavoro ha insegnato Scienze e Chimica nelle scuole superiori e abita in provincia di Treviso.

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  • Ivano Niero

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